Dante Alighieri. A 700 anni dalla sua morte, questo nome ancora è capace di far sudare freddo.
E non per l’innovazione portata alla lingua italiana, né per la potenza dei temi trattati, e neppure per il coraggio dimostrato nel battersi per qualcosa in cui credeva e per la quale è stato esiliato. No, sentire nominare il nome del sommo poeta fa tremare le vene e i polsi a ricordare le mattinate in ci siamo dovuti sorbire noiose lezioni e interrogazioni sulla sua figura e le sue opere.
Dite che non è vero! Difficile infatti trovare insegnanti che siano riusciti a trovare una chiave che coinvolgesse nella lettura di questo nostro ingegnoso antenato. E infatti questo settecentenario della morte (il 14 settembre 1321) non se l’è filato praticamente nessuno al di fuori della cricca “delle persone forbite”.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza’.”(“Inferno”, Canto XXVI)
Davvero un peccato, in quanto è un’opera che non ha nulla da invidiare ai moderni sceneggiatori e registi, che tanto incassano al botteghino. E sarebbe ora di trovare una chiave per renderlo meno avverso al pubblico.
Complice il recente lockdown, ho rispolverato (non solo fisicamente) i “mattoni” della mia libreria e passare dalle madeleine di Proust alle creature dantesche è un attimo. E mi sono ritrovato in una lettura avvincente, piena di personaggi al pari di un romanzo di Dostoevskij, ma tutto sommato scorrevole capace di coinvolgerti nelle situazioni e nelle scene dipinte dalla penna di Dante specie se in un’edizione illustrata da Gustave Doré. Per vincere la difficoltà di riconoscere personaggi e usi a noi oscurati dalla nebbia dei tempi, un accorgimento può essere di affiancarne la lettura a Il racconto della Commedia. Guida al poema di Dante dove Marco Santagata, ci prende per mano nel nostro percorso attraverso i gironi infernali, le cornici del purgatorio e i cieli del paradiso (e guai a chi dice che purgatorio e paradiso sono una barba!) e con un linguaggio semplice e senza giri di parole ci introduce alle situazioni narrate. Certo, in teoria basterebbe anche leggere il libro di Marco per dire di aver (in teoria) letto la Commedia… ma non bariamo. A questo punto meglio se vi leggete direttamente una delle varie versioni della Divina Commedia in prosa. Un’altra alternativa da non sottovalutare.
“Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!”(“Purgatorio”, Canto VI)
Provate a negare che Dante non sia ancora oggi attuale!
Un bel libro che avvicina i giovani alla modernità dello scritto di Dante è invece Vai all’Inferno, Dante! di Luigi Garlando, che sicuramente i lettori della Gazzetta dello Sport e SportWeek (sicuramente molti di più di quelli che giornalmente leggono la Divina Commedia, ci scommetto) già conoscono. Qui Dante lo ritroviamo ai giorni nostri nella sua amata Firenze a declamare i suoi versi in piazza, amoreggiare le conquiste fatte in punti di terzina rimata e salvare un bulletto dalle angosce eterne. Opera che si è piazzata al secondo posto del Premio Bancarellino 2021 e tra i libri segnalati al Premio Letteratura Ragazzi di Cento 2021.
Per chi è amante del teatro, la Divina Commedia è stata trasposta anche in un musical affascinante quanto un po’ troppo snobbato dal pubblico. Almeno per quello che ho potuto vedere qui a Milano. Ma non preoccupatevi, La Divina Commedia – Opera Musical sarà in scena già a partire da novembre. Mi raccomando, questa volta non mancatelo, vi assicuro che non ve ne pentirete e, se non l’aveste già fatto dopo questo mi articolo, la voglia di leggere Dante sarà rinnovata.
Infine, per chi sia avvinto dalla Commedia dantesca, quest’anno è uscito Le parolacce di Dante Alighieri di Federico Sanguineti, un bel libro per chi si ama o comunque è curioso di linguistica e soprattutto del nostro sommo poeta. A dispetto del titolo, la tematica delle parolacce, per lo più “merda” e “puttana”, viene esaurita nel primo capitolo. Ma è comunque un volumetto che svolge una disamina della rottura del testo dantesco con i canoni del passato (e del presente di Alighieri) e della ventata di innovazione portata nella letteratura italiana.
Per chi inoltre, conservasse come me un’anima da melomane, Fondazione Petruzzelli e dall’Università IULM offrono una lettura musicale di suggestivo passaggi dell’opera magna di Dante, attraverso l’interpretazione di capolavori musicali italiani e internazionali ispirati dai lavori del Sommo Poeta.

Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.