Gli abitanti dei Pascoli del Cielo dicevano che la fattoria Battle era maledetta, e i loro bambini dicevano che era stregata. … Le terre che sono state abbandonate hanno sempre qualcosa di sinistro e di minaccioso. Gli alberi che crescono intorno a una casa abbandonata sono alberi oscuri e le loro ombre hanno forme fomentatrici di paure.
L’origine di Tularecito è avvolta nelle tenebre, mentre la storia del suo ritrovamento costituisce un mito in cui gli abitanti dei Pascoli del Cielo si rifiutano di credere come si rifiutano di credere negli spiriti.
Il suo cuore trepidava di gioia. Tutta la sua vita egli era stato uno straniero, un esiliato, e ora se ne tornava a casa. …Per anni e anni io non ho aspettato nulla, non ho desiderato mai nulla. E ora desidero qualcosa. Desidero che accada qualcosa.
“Pure è difficile andarsene… A momenti si vorrebbe ricordare, e a momenti si vorrebbe dimenticare. Pure è difficile andarsene, perché si sa che dopo tutto è finito per sempre.”
Egli non considerava la gente come individui, ma solo come contravveleni alla solitudine.
Nel suo dolore avrebbe voluto nascondersi sottoterra. Trovò ad ogni modo la via di casa. ma poi non ebbe il coraggio di entrare. Infilò la porta del granaio e si arrampicò nel fienile. Era come ferito a morte dalla delusione. E non voleva rientrare in casa perché temeva che avrebbe chiuso la porta della sala e ne avrebbe gettato via la chiave.
“Qui c’è tutta la storia. Tutto ciò di cui il genere umano è capace, è ricordato in questi tre libri. La furberia e l’amore, la stupidità, la disonestà, l’intolleranza e il coraggio… Tu puoi giudicare l’avvenire da questi libri, John, perché nulla può accadere che non sia già accaduto e non sia ricordato in questi libri.
Nell’Ovest, se una famiglia è vissuta per due generazioni in una casa, viene considerata come una famiglia di pionieri. Al rispetto che si ha per essa si accompagna un certo disprezzo per la vecchia casa. ma poche case vecchie esistono nell’Ovest. Gli americani non riescono a restar fermi molto a lungo in un posto. Presto o tardi bisogna bene che cambino.
L’aria è come una garza d’oro nel sole prossimo al tramonto. La terra, giù nella valle, è divisa in quadrati di alberi verdi, quadrati di grano biondo e quadrati di nude zolle violacee. Dalle case coloniche, incastonate nei loro giardini, si alza il fumo della sera che subito la brezza disperde.
In una verde vallata dell’America dell’Ovest, precisamente in California, all’inizio del Novecento, venti famiglie conducono la propria esistenza, chi in modo solitario chi aiutando la piccola comunità.
Il libro è suddiviso in dodici capitoli, una famiglia a capitolo. Alcune di esse si intrecciano nel percorso delle loro esistenze, altri vi si affacciano in modo marginale.
Ci sono famiglie felici, altre meno, chi è il solo della propria famiglia, chi vive in una numerosa famiglia ma rinchiuso nel proprio egoismo, chi fa di tutto per emergere dai margini della collettività, chi si accontenta di quello che ha e chi addirittura rinuncia a tutto.
I cuori buoni e quelli aridi. Ognuno, però, solo nella propria infelicità.
C’è tutta la bellezza e bruttezza dell’essere umano in questa raccolta di racconti che solo la penna di Steinbeck poteva renderla unica.
Un libro che non deluderà a chi cerca storie di vita.
Pascoli dal cielo
di John Steinbeck
Bompiani
Traduzione Elio Vittorini
