… della mia vita di allora ricordo poco più che immagini sparse: mio padre accigliato e seduto sul trono, un bellissimo cavallo giocattolo che amavo, mia madre sulla spiaggia, gli occhi rivolti all’Egeo. In quest’ultimo ricordo, sto facendo rimbalzare per le delle pietre sulla superficie del mare. Sembra che le piaccia il modo in cui l’acqua s’increspa per poi tornare liscia come il vetro. O forse quello che le piace è semplicemente il mare.

Achille pizzicò un’altra corda e fece risuonare una nota più profonda. Le sue dita strinsero una delle chiavi e la girarono. Questa è la lira di mia madre, fui sul punto di dire ad alta voce.

La mia mente annaspava, cercando di capire. Achille non era andato da Chirone. Era rimasto lì, ad aspettare. Me.

Anche Briseide raccontava storie, strane e oniriche: racconti di magie, di dei stregati da sortilegi e di mortali che, ignari, si imbattevano in loro; gli dei erano strani, metà uomini e metà animali – divinità rurali, non i potenti dei che la città venerava. Erano racconti bellissimi e la sua voce era bassa e cantilenante.

Con un ruggito, spinge via Antiloco, atterra Menelao. Poi si getta sul corpo. la consapevolezza sale violenta in lui, soffocandogli il respiro.

Un urlo, che lacera ogni cosa che trova sulla sua strada per uscire. E poi un altro, e un altro. Achille si afferra i capelli con le mani e se li strappa dal cranio. Ciocche dorate cadono sul corpo insanguinato. Patroclo, dice, Patroclo. Patroclo. Ancora e ancora, e alla fine il nome diventa soltanto suono.

Achille piange. Mi culla, e non mangia, non proferisce parola che non sia il mio nome. Vedo il suo viso come attraverso l’acqua, come un pesce vede il sole. Le sue lacrime cadono, ma non posso asciugarle.

Nell’oscurità, due ombre si avvicinano attraverso il crepuscolo fitto e senza speranza. Le loro mani s’incontrano e la luce si riversa inondando ogni cosa, come cento urne d’oro che, aperte, fanno uscire il sole.

 

Il libro della Miller racconta, con gli occhi dell’amore, il rapporto di Patroclo ed Achille. Parte dagli albori del tempo fino ad arrivare all’epilogo finale che tutti conosciamo.

Patroclo bambino, il suo destino segnato fin dalla nascita, le sue disavventure, l’esilio dalla casa del padre, l’incontro con Achille, la preparazione da Chirone, l’ostilità di Teti, la partenza per Troia, l’amicizia con Briseide, il combattimento.

Achille ragazzo, l’incontro con Patroclo, l’adolescenza, gli incontri con la madre Teti, la partenza per Troia, i dissapori con Agamennone, le battaglie, le vittorie, il rancore, la vendetta, la sconfitta e la gloria per l’eternità.

Letto, osannato, discusso, amato.

La canzone di Achille di Madeline Miller, #Due anime destinate ad amarsi non potranno mai essere separate

La canzone di Achille
di Madeline Miller
Sonzogno Editore 2019 – 382 pp.