Nel mucchio di horror che ogni anno trovano accesso al grande pubblico, tra scialbi e insipidi filmetti, talvolta capita di trovarne qualcuno che lascia più che soddisfatti, che ribalta le solite storielle da due soldi. Questo è il caso di The Witch.

Una famiglia di cristiani del New England, esiliata dalla comunità, si rifugia ai piedi di una fiabesca ed oscura foresta. Il dramma familiare sorge con la misteriosa scomparsa del figlio più piccolo.

Eggers non ha impiegato molto ad entrare nel cuore dei cinefili sparsi nel mondo. Con una confezione come The Witch non ce ne stupiamo minimamente. Freddo, dalla tinta plumbea, costantemente in tensione, l’ultimo film horror del regista statunitense riesce a rinnovare di continuo la curiosità nel suo spettatore. Lo divora, lo mastica e lo risputa senza chiedere alcun permesso, il tutto senza alcun bisogno di mostrare chissà cosa. Non salterete dalla poltrona guardando The Witch, e se questo è ciò che cercate in un horror è meglio cambiare strada.

The Witch è una pellicola raffinata, un cerchio magico, esoterismo filmico, ipnotico in ogni sequenza. Non ha bisogno di condurci nella tana del caprone, Satana , il male o come volete chiamarlo, poiché tutto ciò è già lì con noi, dall’inizio, è intrinseco nei personaggi ben costruiti dalla sceneggiatura. Il demonio è ovunque in The Witch, e forse questo non è riuscito ad intenderlo neanche lo stesso regista.

Da questa svista deriva la conclusione che lega il male alle pratiche delle streghe. Esteticamente suggestiva l’ascesa al cielo della protagonista con la compagnia delle altre danzatrici nude attorno al fuoco, un’apoteosi maligna che lascia un po’ quel che trova. Sinceramente ci sarebbe bastato il caprone, e non sarebbe stato un accontentarsi. Buono, anzi, più che buono, ma pur sempre un capolavoro lasciato in potenza.