Presentato durante la rassegna “Cannes e dintorni 2016”, il pubblico milanese e romano ha avuto la possibilità di visionare l’ultima pellicola del regista rumeno Cristi Puiu, il film in concorso per la palma d’oro che è riuscito a frammentare la critica.
Lary trascorre una giornata con la sua famiglia per commemorare il suo defunto padre. Tra l’attesa delle benedizioni del prete, arrivi inaspettati e segreti che vengono a galla, le dinamiche familiari subiscono drastici cambiamenti.
Puiu confeziona uno di quei film che ogni regista dovrebbe ritrovare alle proprie spalle una volta chiusi i battenti. Pesante e lungo certo, un film per gladiatori da grande schermo. Ma chi sonnecchia, chi sbuffa e chi lascia la sala, a termine proiezione ha perso davvero tanto.
Il sacrificio che Sieranevada richiede al suo spettatore è ripagato.
Il regista rumeno è abilissimo nel trasformare una comunissima casa (il film è girato quasi interamente in casa), nel giorno di una triste ricorrenza, in un teatrino caloroso, onnicomprensivo, incredibilmente umano. Il montaggio è ridotto all’osso, la frammentazione delle sequenze è quasi nulla. Noi siamo lì, in una famiglia comune, tra zie piagnucolanti, cugine che minacciano chiunque svegli il piccolo che dorme e i soliti discorsi sulla politica che non portano da nessuna parte. Sieranevada a tratti non è neanche un film, è uno di quei filmini che tutti abbiamo in casa, come quello del natale a casa di tizio o il compleanno festeggiato a casa di caio, fatta eccezione per la tecnica che con l’amatorialità non ha nulla in comune e per l’originalità delle dinamiche.
La macchina da presa è un fantasma, segue chi si muove di stanza in stanza disvelando i mini-drammi di tutti i personaggi. C’è ironia, ci sono i pianti isterici, ci sono le confessioni liberatorie e le scaramucce. Un crescendo instancabile che sfocia in esplosioni casalinghe che divertono perfino.
Tragicommedia semplice, a tratti banale,di cui siamo spettatori e attori. Sieranevada è un cammino comunitario in cui ci s’interroga su se stessi, sulla propria posizione. E’ un vero e proprio ridimensionamento. E’ un soffio di vento fresco su un castello fatto con le carte. Ci si ritrova spesso in Sieranevada, uno specchio difficile da ignorare, difficile da assimilare per intero. Difficile da dimenticare.
Sieranevada è un capolavoro, ma non vogliamo rischiare di risultare banali, dunque lo ribadiamo. Sieranevada è un capolavoro.