La costiera salernitana è un tratto di litorale campano che si estende per circa 50 chilometri tra il Golfo di Salerno e il Golfo di Policastro. Questa zona, ricca di storia e bellezze naturali, nasconde tesori archeologici di inestimabile valore che raccontano millenni di storia umana. Dalle antiche colonie greche alle ville romane, passando per i resti di insediamenti medievali, la costiera salernitana offre un viaggio nel tempo senza eguali. In questo articolo, esploreremo alcuni dei siti archeologici più affascinanti di questa regione, immergendoci nella loro storia e scoprendo i segreti che custodiscono.

Paestum, la magnifica città greca

Iniziamo il nostro viaggio da Paestum, uno dei siti archeologici più importanti e meglio conservati d’Italia. Fondata dai Greci intorno al 600 a.C. con il nome di Poseidonia, questa antica città è famosa per i suoi tre templi dorici che si ergono maestosi nella pianura costiera. Il Tempio di Hera, il più antico dei tre, risale al 550 a.C. e colpisce per la sua imponenza e la perfezione delle sue proporzioni. Il Tempio di Nettuno, costruito intorno al 450 a.C., è considerato uno degli esempi più belli e meglio conservati di architettura dorica in tutto il Mediterraneo.

Ma Paestum non è solo templi. L’area archeologica comprende anche i resti dell’anfiteatro romano, delle mura difensive e di numerose abitazioni private. Il Museo Archeologico Nazionale di Paestum ospita una ricca collezione di reperti, tra cui la famosa Tomba del Tuffatore, un capolavoro della pittura greca del V secolo a.C. che rappresenta una scena di simposio e il tuffo simbolico nell’aldilà.

Velia, sulle orme dei filosofi

Proseguendo lungo la costa, arriviamo a Velia, l’antica Elea fondata dai Greci intorno al 540 a.C. Questo sito archeologico, meno noto di Paestum ma altrettanto affascinante, fu la patria della scuola filosofica eleatica, di cui fecero parte pensatori del calibro di Parmenide e Zenone. Passeggiando tra i resti dell’antica città, possiamo immaginare le discussioni filosofiche che animavano le sue strade.

Tra i punti di maggiore interesse di Velia troviamo la Porta Rosa, un arco in pietra del III secolo a.C. considerato uno dei più antichi esempi di arco a tutto sesto nel mondo greco. L’acropoli offre una vista mozzafiato sulla costa e sui resti della città bassa, dove si possono ammirare i resti di abitazioni, botteghe e terme romane. Il teatro greco-romano, recentemente restaurato, è una testimonianza della vivace vita culturale di questa antica città.

Roccagloriosa, un tesoro lucano

Addentrandoci nell’entroterra, scopriamo Roccagloriosa, un sito archeologico che ci porta alla scoperta della civiltà lucana. Questa antica popolazione italica, che abitò la regione prima dell’arrivo dei Romani, ha lasciato importanti tracce della sua cultura in questo insediamento d’altura. Gli scavi hanno portato alla luce i resti di un centro fortificato del IV-III secolo a.C., con abitazioni, aree pubbliche e necropoli.

Particolarmente interessante è la necropoli, che ha restituito ricchi corredi funerari che testimoniano i contatti commerciali e culturali dei Lucani con il mondo greco e etrusco. Le tombe a camera, scavate nella roccia e decorate con affreschi, offrono uno spaccato unico sulla vita e le credenze di questa antica popolazione.

Agropoli, tra greci e normanni

Il nostro viaggio prosegue ad Agropoli, una città che conserva tracce di diverse epoche storiche. Il castello normanno, che domina il centro storico, fu costruito sui resti di un precedente insediamento bizantino. Ma la storia di Agropoli affonda le sue radici nell’antichità: recenti scavi hanno portato alla luce i resti di un tempio greco del VI secolo a.C., probabilmente dedicato ad Artemide.

Passeggiando per le strette vie del centro storico, si respira un’atmosfera senza tempo. Le mura medievali racchiudono un dedalo di vicoli e piazzette che conservano intatto il fascino del passato. Dal Belvedere di San Francesco si gode di una vista spettacolare sulla costa, che ci ricorda perché questa zona era così ambita fin dall’antichità.

Sapri, sulle tracce dei romani

Concludiamo il nostro viaggio a Sapri, una città che custodisce importanti testimonianze dell’epoca romana. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce i resti di una villa marittima del I secolo d.C., con pavimenti in mosaico e decorazioni pittoriche di grande pregio. La villa, probabilmente appartenuta a una ricca famiglia romana, si affacciava direttamente sul mare, offrendo ai suoi abitanti una vista privilegiata sul Golfo di Policastro.

Nei pressi della villa sono stati rinvenuti anche i resti di un antico porto, che testimoniano l’importanza di Sapri come scalo commerciale in epoca romana. Le terme romane, recentemente scoperte nel centro della città moderna, offrono un’ulteriore testimonianza della ricchezza e della raffinatezza della vita quotidiana in questa parte dell’Impero Romano.

Un patrimonio da preservare

La costiera salernitana, con i suoi siti archeologici, rappresenta un patrimonio culturale di inestimabile valore. Questi luoghi non sono semplici rovine, ma testimonianze vive di civiltà che hanno plasmato la storia del Mediterraneo. Visitarli significa intraprendere un viaggio nel tempo, che ci permette di comprendere meglio le nostre radici e la nostra identità culturale.

La sfida per il futuro è quella di preservare e valorizzare questi siti, rendendoli accessibili a un pubblico sempre più vasto senza comprometterne l’integrità. Il turismo archeologico può essere un importante volano di sviluppo per la regione, ma deve essere gestito in modo sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e delle comunità locali.

 

La costiera salernitana offre un’esperienza unica, dove la bellezza naturale si fonde con la ricchezza storica e archeologica. Un viaggio in questi luoghi non è solo un’occasione per ammirare splendidi paesaggi e antiche rovine, ma un’opportunità per riflettere sul nostro passato e sul nostro futuro, immergendosi in un mare di storia che continua a raccontarci storie millenarie.