In un angolo remoto dell’Umbria, tra le vette maestose dei Monti Sibillini, si nasconde un tesoro naturale che ogni anno incanta migliaia di visitatori. Castelluccio di Norcia, un minuscolo borgo arroccato a 1.452 metri di altitudine, è la sentinella silenziosa di uno spettacolo che ha pochi eguali al mondo: la “Fiorita”.
Un mare di colori
Da fine giugno a inizio luglio, l’altopiano di Castelluccio si trasforma in un immenso tappeto floreale. Come pennellate su una tela infinita, i campi si tingono di rosso papavero, blu fiordaliso, giallo senape e lenticchie, viola malva e violetta. È un‘esplosione cromatica che lascia senza fiato, un mosaico vivente che cambia tonalità ogni giorno sotto il sole dell’Appennino.
La vera star di questo spettacolo è la lenticchia, una varietà pregiata coltivata qui da secoli. I suoi piccoli fiori bianchi e violacei, accompagnati dal profumo delicato, creano un contrasto affascinante con i colori più accesi dei fiori selvatici. È un equilibrio perfetto tra natura spontanea e sapienza contadina.
Quando e come visitare Castelluccio di Norcia
Il momento ideale per assistere alla Fiorita è tra l’ultima settimana di giugno e la prima di luglio. Tuttavia, essendo un fenomeno naturale, le date esatte possono variare in base alle condizioni climatiche. È consigliabile consultare il sito ufficiale del parco nazionale dei Monti Sibillini per aggiornamenti.
Per godere appieno di questo spettacolo, è preferibile arrivare all’alba, quando la luce radente esalta i colori e le ombre lunghe creano un gioco di chiaroscuri surreale. Una passeggiata o una pedalata in mountain bike sono modi eccellenti per immergersi in questo mare di petali, rispettando sempre i sentieri segnalati per non danneggiare le coltivazioni.
Oltre la Fiorita: tesori nascosti di Castelluccio di Norcia
Ma Castelluccio non è solo la sua fioritura. Il borgo stesso, con le sue case in pietra e le stradine strette, sembra uscito da una fiaba. La chiesa di Santa Maria Assunta, con la sua facciata romanica, offre un contrasto affascinante con i colori vivaci dei campi sottostanti.
A pochi chilometri, Norcia attende con il suo centro storico medievale. Famosa per essere la città natale di San Benedetto, patrono d’Europa, Norcia vanta una basilica dedicata al santo, ricostruita dopo il terremoto del 2016. Il suo chiostro è un’oasi di pace, ideale per riflettere dopo l’esplosione di vita vista a Castelluccio.
Per gli amanti della natura, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini offre sentieri per tutti i livelli. Il Lago di Pilato, un bacino glaciale a forma di occhiali, è raggiungibile con una camminata impegnativa. La leggenda vuole che qui sia stato sepolto il corpo di Ponzio Pilato, trasportato da un bufalo indemoniato.
Sapori d’alta quota
Dopo tanta bellezza, il palato merita altrettante soddisfazioni. La cucina di questa zona è robusta, pensata per ristorare i pastori dopo lunghe giornate sui monti.
La lenticchia di Castelluccio IGP è la regina indiscussa. Piccola, scura e senza buccia, si scioglie in bocca regalando un sapore intenso e terroso. Provatela in una zuppa calda con patate e salsiccia, o in un’insalata estiva con pomodorini e cipolla rossa di Tropea.
A Norcia, capitale italiana della norcineria, il protagonista è il maiale nero. Il prosciutto di Norcia IGP, stagionato nelle cantine scavate nella roccia, ha una dolcezza che contrasta con il piccante del salame di Ciauscolo, spalmabile sul pane casereccio.
Per i formaggi, il pecorino di Norcia è una delizia affinata in fosse sotterranee. Abbinato al miele di acacia locale o alla marmellata di fichi, è un dessert sublime.
Da bere? Il sagrantino di Montefalco DOCG, un rosso potente e tannico che si sposa perfettamente con i salumi. Per digerire, un bicchierino di Varnelli, liquore all’anice prodotto a Pievebovigliana dal 1868.
La Fiorita di Castelluccio è più di uno spettacolo; è un messaggio. In un mondo sempre più urbanizzato, questo angolo d’Umbria ci ricorda la bellezza fragile della natura e l’importanza di preservarla. Ogni petalo, ogni sfumatura è un invito a rallentare, a guardare con occhi nuovi il mondo che ci circonda.
Qui, tra i Monti Sibillini, natura e cultura si fondono in un abbraccio secolare. La Fiorita è il suo simbolo più luminoso, un arcobaleno di resilienza che ogni anno rinasce, come l’Umbria stessa, sempre pronta a rifiorire.
Curioso per natura, vivo la vita come se non ci fosse un domani.