Nel panorama complesso delle scelte professionali, la domanda su quale lavoro sia più adatto a ciascuno di noi non riguarda solo le competenze tecniche o le opportunità di carriera, ma si intreccia profondamente con la nostra personalità. La scienza psicologica ha da tempo evidenziato che la corrispondenza tra tratti caratteriali e ambiente lavorativo può determinare non solo il successo professionale, ma anche il livello di soddisfazione personale che traiamo dal nostro lavoro.
Uno studio recente condotto su quasi 70.000 adulti in Estonia, coprendo 263 diverse professioni, ha fornito una mappa dettagliata di come i tratti della personalità variano tra le occupazioni e come questi influenzano la scelta e la soddisfazione lavorativa. Questo lavoro, uno dei più ampi mai realizzati, ha utilizzato il modello dei Big Five (apertura mentale, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e nevroticismo) per delineare i profili tipici di differenti categorie professionali.
Differenze di personalità tra le professioni
Le professioni creative come artisti, scrittori e designer si distinguono per un alto livello di apertura mentale, caratterizzata da curiosità e creatività. Al contrario, ruoli più tecnici come ingegneri e sviluppatori software tendono a mostrare livelli più bassi di estroversione, riflettendo una maggiore propensione al lavoro introspettivo e concentrato. I manager, invece, combinano spesso un alto grado di estroversione con elevata coscienziosità e bassa nevroticismo, qualità che facilitano la gestione dello stress e l’organizzazione.
Un dato interessante è che la gradevolezza, ovvero la tendenza a essere gentili e collaborativi, varia poco tra le professioni, mentre il nevroticismo (tendenza a vivere emozioni negative) è più elevato in professioni creative e giornalistiche, probabilmente a causa delle pressioni emotive e dell’instabilità tipiche di questi ruoli.
Soddisfazione lavorativa: cosa conta davvero?
Contrariamente alla convinzione comune che il prestigio e lo stipendio siano i principali indicatori di soddisfazione lavorativa, ricerche recenti mostrano un quadro molto più sfumato. Un’indagine su quasi 59.000 lavoratori estoni ha rivelato che i lavori più soddisfacenti non sono necessariamente quelli più remunerativi o prestigiosi, ma quelli che offrono un senso di realizzazione personale e autonomia.
Tra le professioni con i più alti livelli di soddisfazione si trovano i ruoli religiosi, sanitari e creativi, come psicologi, insegnanti di sostegno e scrittori. Questi lavori sembrano fornire un forte senso di scopo e di contributo significativo, elementi chiave per il benessere psicologico. Al contrario, professioni come addetti alla cucina, trasportatori e venditori spesso registrano livelli più bassi di soddisfazione, probabilmente a causa di stress elevato, scarsa autonomia e carichi di lavoro pesanti.
Il ruolo dello stress e dell’autonomia
Lo stress emerge come uno dei principali nemici della soddisfazione lavorativa. Manager e figure con grandi responsabilità spesso si trovano a dover gestire pressioni elevate che minano il loro benessere, nonostante il prestigio e il salario. Al contrario, i lavoratori autonomi tendono a essere tra i più soddisfatti, grazie alla possibilità di gestire in modo indipendente il proprio tempo e le proprie attività3.
Questa evidenza sottolinea come la libertà di scelta e il controllo sul proprio lavoro siano fattori determinanti per il piacere e la motivazione sul posto di lavoro, più di quanto non lo siano i riconoscimenti esterni o il denaro.
Personalità e soddisfazione: il fit tra individuo e lavoro
La teoria del “person-environment fit” spiega che la soddisfazione deriva da una buona corrispondenza tra le caratteristiche personali e le esigenze del lavoro. Ad esempio, una persona con alta coscienziosità e bassa nevroticismo sarà probabilmente più felice in un ruolo manageriale che richiede organizzazione e resilienza emotiva, mentre un individuo molto aperto e creativo troverà maggior appagamento in professioni artistiche o di ricerca.
Tuttavia, è importante ricordare che all’interno di ogni professione esiste una grande variabilità individuale. Non significa che chi non possiede i tratti tipici di un lavoro non possa eccellere o sentirsi realizzato, ma che la consapevolezza di sé e la conoscenza delle proprie inclinazioni possono aiutare a fare scelte più consapevoli e soddisfacenti.
Il futuro del lavoro: valorizzare le persone oltre le competenze
Nel 2025, i dati mostrano una tendenza positiva verso una maggiore soddisfazione lavorativa, con l’81% dei lavoratori che si dichiara generalmente contento del proprio ruolo e un’attenzione crescente a un equilibrio sano tra vita privata e professionale4. Le aziende che vogliono attrarre e trattenere i migliori talenti devono quindi puntare non solo su salari competitivi, ma soprattutto su una cultura lavorativa positiva, carichi di lavoro equilibrati e opportunità di crescita personale.
In un mondo in cui la tecnologia e l’automazione stanno trasformando radicalmente il mercato del lavoro, la capacità di comprendere e valorizzare la dimensione umana diventa l’elemento chiave per costruire carriere appaganti e ambienti di lavoro sostenibili.
La scelta di una professione non è mai un percorso lineare, ma un intreccio di passioni, tratti personali e contesti sociali. Conoscere meglio se stessi e il proprio profilo psicologico può trasformare questa scelta da un salto nel buio a un viaggio consapevole verso un lavoro che non solo paga le bollette, ma nutre l’anima.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.