In una settimana della moda poco stimolante sulle passerelle, la notizia forse più chiacchierata è la pizza da 1.500 euro offerta ai suoi benestanti ospiti dal nuovissimo hotel del bizzarro Philipp Plein.
Nel cuore pulsante di Milano, dove la moda incontra l’arte e il lifestyle, un nuovo gioiello ha fatto il suo debutto durante l’ultima Fashion Week, catturando l’attenzione di fashionisti e amanti del lusso da tutto il mondo. Stiamo parlando del The Plein Hotel, l’ultima creazione del visionario designer Philipp Plein, un progetto che promette di ridefinire il concetto di ospitalità di lusso nel capoluogo lombardo.
Un’oasi di opulenza in via Manin
Situato negli ex spazi Krizia in via Manin, The Plein Hotel non è semplicemente un hotel, ma un universo di esperienze che si svelano gradualmente ai suoi ospiti. Con un investimento di circa 40 milioni di euro, Plein ha trasformato questo storico palazzo – che vanta persino una stanza in cui ha vissuto Leonardo da Vinci – in un tempio del lifestyle contemporaneo.
Quattro ristoranti, un’infinità di sapori
Il cuore pulsante di questo complesso sono i suoi quattro ristoranti, ognuno con una personalità unica. Il Sukaru Ba promette di portare autentiche leggende della cucina giapponese a Milano, mentre il Philipp’s, guidato dallo chef stellato Roberto Conti, offre un’esperienza culinaria italiana di alto livello che si trasforma in un club esclusivo dopo il tramonto. Per gli amanti del green, ‘La Jungle De Plein’ propone una cucina vegana sofisticata, mentre ‘The Crystal Beach’ sul rooftop regala ai milanesi un’esperienza da beach club unica nel suo genere.
Suite da sogno e dettagli lussuosi
Le 16 suite dell’hotel sono un trionfo di personalizzazione e comfort. Ogni camera è un mondo a sé, dotata di sauna privata e angolo gym. Il livello di attenzione ai dettagli è quasi maniacale: gli ospiti possono persino scegliere tra sei tipi diversi di guanciali, per garantire il massimo del comfort a una clientela internazionale esigente.
L’esperienza plein notte e giorno
The Plein Hotel non dorme mai. Dalle 7 del mattino alle 5 del giorno successivo, l’hotel pulsa di vita e di energia. Che si tratti di una colazione gourmet, di un pranzo d’affari, di una cena stellata o di una notte di festa con i migliori DJ internazionali, l’esperienza Plein è onnicomprensiva e senza soluzioni di continuità.
Lusso estremo e dettagli sorprendenti
In perfetto stile Plein, l’hotel non manca di elementi sorprendenti e talvolta provocatori. La pizza al Dom Perignon da 1.500 euro è solo la punta dell’iceberg di un’offerta che punta a stupire e a soddisfare anche i desideri più estremi. Per i veri aficionados, una membership esclusiva da 20.000 euro all’anno offre privilegi unici, come il proprio nome inciso sulle scale del privé o la possibilità di cenare direttamente in cucina con lo chef stellato.
Un tocco di eccentricità
Le toilette femminili al primo piano sono un’opera d’arte a sé stante. Un’area trucco con pouf decorati da fenicotteri rosa di peluche e porte dotate di mini schermi TV trasformano anche una semplice visita al bagno in un’esperienza memorabile. E per chi non vuole separarsi dal proprio amico a quattro zampe, l’hotel offre menu dedicati e cucce in ogni suite.
Il futuro del lusso secondo Plein
Con The Plein Hotel, Philipp Plein non si limita a creare un hotel di lusso, ma definisce un nuovo standard nell’hospitality di alto livello. “Ogni ristorante qui sarà un’esperienza a sé e un brand unico”, afferma Plein, che già pensa di esportare il concept in altre esclusive location nel mondo, da Dubai a New York.
In un mondo in cui il lusso è spesso sinonimo di understatement, Plein sceglie la via dell’eccesso calcolato, creando un universo dove ogni desiderio diventa possibile. The Plein Hotel non è solo un luogo dove dormire o mangiare: è un’esperienza totalizzante che promette di lasciare il segno nel panorama del lusso milanese e internazionale. Come dice lo stesso Plein: “Quando entrerete qui non vorrete più andarvene”. E noi non possiamo che essere d’accordo.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.