Interrotta dall’allerta coronavirus, cosa ci ha lasciato l’ultima edizione della Milano Fashion Week A/I 2020/2021. Nell’incertezza di vedere effettivamente in vendita i modelli visti in passerella, facciamo una carrellata di quanto questa strana Fashion Week ci ha lasciato.
Moncler – Un piumino per ogni personalità
Un capannone industriale abbandonato nella periferia milanese ha ospitato la sfilata Moncler, occasione per scoprire la versatilità di questo capo declinata in dodici diversi concept dai designer della Moncler Genius.
La combinazione di sovversione si unisce all’eleganza con JW Anderson, mentre femminilità e sensualità si intrecciano nella visione di Veronica Leoni, un rimando agli anni ’70 la visione di Sergio Zambon, mentre Sandro Mandrino incrocia il design all’originalità con tessuti tecnici fino alla romanticità onirica di Simone Rocha.
Gucci – Il carosello della moda
Alessandro Michele porta gli spettatori nel backstage della sfilata dove sarte, vestiariste e collaboratori preparano le modelle live sulle notte del Bolero di Ravel. La collezione ci portano in giro per le epoche tra impegnativi dress a balze dal sapore vittoriano, atmosfere hippie con jeans sdruciti accostati a camicette di pizzo e vestiti floreali, sapori anni ’20 nei cappotti bordati di pelliccia con cappelli a cilindro, a completare tailleur pantalone, gonne a pieghe e bluse nude-look.
La fanno da padroni i toni freddi e la ricercatezza degli accessori.
Moschino – Una torta alla corte di Versailles
Gli sfarzi della vita alla corte di Maria Antonietta sono chiaramente richiamati nella passerella di Jeremy Scott sulla quale sfilano gonne maxi, corte e rigide, non mancano corsetti, fiocchi e maniche a sbuffo. Tanto, ma tanto broccato. Non si poteva che finire con colorate e plastiche torte.
Richiami a Lady Oscar su maglie e borse; ma l’apoteosi del kitch arriva sugli accessori con maxi bag pelose che richiamano il piumino per la cipria, clutch bags a forma di baguette e mini borse-macaroon.
Fendi – Raffinatezza e sensualità
Quella creata da Silvia Venturini Fendi è una passerella che mira a valorizzare con ricercatezza la sensualità femminile fatta di linee che vanno a valorizzare spalle e vita, anche grazie all’uso sapiente delle cinture, e gli eleganti colori che vanno dall’arancione al giallo, passando per il cipria, fino al nocciola, verde oliva e turchese, con stampe animalier affinate dai toni del grigio, i lussuosi capispalla in pelle oltre ai capi impreziositi dalla pelliccia.
Felicità per gli amanti della Peekaboo, l’iconica borsa che torna in tre varianti.
Prada – Pluralismo e complessità femminile
In un’arena caratterizzata dalla geometricità e dalle grafiche sinuose, Miuccia Prada celebra l’identità femminile giocando con i contrasti: giacche e cappotti doppiopetto si accostano a gonne a frange, accenni allo sportswear nei capispalla imbottiti da cui spuntano irriverenti cravatte a tinta unita, maxi gilet in montone ed impalpabili e voluttuosi dress.
Emporio Armani – Una donna ironica e istintiva
Scenografia total black e passerella a specchio per Giorgio Armani sulla quale vi è una fusione tra maschile e femminile che si nota subito nei fiocchi e nei foulard che richiamano la sagoma della cravatta.
I completi dal sapore androgino e le giacche di lana ruvida ed il pied-de-poule si contrappongo quindi a short e abiti corti in velluto e pizzo. Colore dominante di tutta la passerella il bianco ed il nero.
Versace – Lei e lui, lo stesso look
Donatella Versace presenta una sfilata che unisce uomo e donna declinando lo stile per i due generi: un look che contrappone dai decisamente severi total black dei blazer sagomati o le uniformi a scacchi rosso-neri di pied-de-poule e scozzese, a fantasie che vedono mix di zebrati e floreali, rigature glitter, ampie righe su pachwork di denim e pelle, per finire con mini abiti mozzafiato in metal mesh dai profili tridimensionali.
Salvatore Ferragamo – L’evoluzione superando gli archetipi del vestire
L’obiettivo di Paul Andrew con questa collezione è quello di superare gli archetipi che finora hanno determinato il vestire femminile, senza però tradire lo stile che da sempre ha contraddistinto il marchio Ferragamo.
Si gioca quindi sulla forza e sicurezza comunicati dagli abiti, giacche e mantelle in pelle o dagli abiti gessati, i tessuti seersucker e le gonne bustier, senza abbandonare tuttavia la leggerezza dei capispalla e leggins in cashmere, i completi con stampa jungle leaves o le gonne con l’ampio spacco o le frange o i capi in ciniglia, gli abiti in organza velato o con dettagli in gros-grain. Vengono privilegiati i toni freddi di verde, cognac e celeste.
Giorgio Armani – Eleganza e glamour
Giorgio Armani ha voluto rendere omaggio alla femminilità contemporanea con completi military e corte giacche e pastrani con pantaloni in velluto o seta da portare alla cavallerizza o cappotti di velluto e blouson drappeggiati per il giorno.
Mentre la sera è d’obbligo un preziosissimo suit tutto luccicante di paillettes e glitter e dalle stoffe di pregio come il velluto. Colore dominante è certamente il blu in tutte le sue sfumature più cangianti, ma la palette di colori gioca anche su nero e fucsia, grigio perla e indaco, rosso e blu elettrico.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.