Nel panorama della mixology internazionale, alcuni cocktail sanno raccontare storie che vanno ben oltre il semplice piacere gustativo. Il Tipperary è uno di questi: un drink che porta con sé l’eco di una canzone popolare, le vicende della Prima Guerra Mondiale e l’ingegno di un bartender dimenticato dalla storia. Questo cocktail irlandese, spesso considerato il cugino gaelico del Manhattan, rappresenta un perfetto equilibrio tra la forza del whiskey irlandese, la dolcezza del vermouth rosso e l’intensità aromatica della Chartreuse verde.

Un cocktail nato dalla nostalgia di guerra

La storia del Tipperary affonda le radici negli anni turbolenti della Grande Guerra. Secondo la leggenda, questo cocktail trae il proprio nome dalla vicenda di un cliente che entrò in un bar ed ordinò un drink e canticchiando la canzone “It’s a Long Way to Tipperary”, un brano che divenne l’inno non ufficiale delle truppe britanniche durante il conflitto mondiale.

Il cocktail fece la sua prima apparizione ufficiale nel 1917, immortalato nelle pagine di “Recipes for Mixed Drinks” di Hugo R. Ensslin, un bartender che lavorava negli hotel di seconda categoria di New York ma che si rivelò essere un vero pioniere della mixology. Ufficialmente, il Tipperary apparve per la prima volta, con ingredienti bilanciati in parti uguali, nel libro di Hugo R. Ensslin del 1917, rappresentando uno degli ultimi grandi contributi alla letteratura cocktailiana prima del Proibizionismo americano.

La ricetta originale prevedeva parti uguali di whiskey irlandese, vermouth dolce e Chartreuse verde, una combinazione audace che richiedeva un palato esperto per essere apprezzata pienamente. Nel corso degli anni, il cocktail ha subito diverse interpretazioni: nel 1922, Robert Vermeire propose una versione completamente diversa a base di gin London Dry, mentre Harry MacElhone nel 1923 reinterpretò nuovamente la ricetta, creando una certa confusione che perdura ancora oggi nella comunità bartending.

La ricetta classica: un equilibrio di sapori intensi

La versione moderna del Tipperary, quella che viene considerata la ricetta standard nei migliori cocktail bar del mondo, prevede una proporzione più bilanciata rispetto all’originale:

Ingredienti:

  • 5 cl di whiskey irlandese (preferibilmente single pot still)
  • 2,5 cl di vermouth rosso dolce
  • 1,5 cl di Chartreuse verde
  • Twist di arancia per la decorazione

Preparazione: Versare tutti gli ingredienti in un mixing glass colmo di ghiaccio. Mescolare energicamente per 15-20 secondi fino a ottenere la giusta diluizione. Filtrare in una coppetta da cocktail precedentemente raffreddata. Completare con un twist di scorza d’arancia, esprimendo gli oli essenziali sulla superficie del drink.

Il segreto di un Tipperary perfetto risiede nella qualità degli ingredienti: il whiskey irlandese deve essere sufficientemente strutturato per reggere il confronto con la potente Chartreuse, mentre il vermouth rosso deve apportare la giusta dolcezza senza sovrastare gli altri sapori. La Chartreuse verde, con i suoi 130 ingredienti botanici, rappresenta l’anima aromatica del cocktail, conferendo quella complessità che lo distingue da altri drink della stessa famiglia.

Abbinamenti gastronomici: quando l’Irlanda incontra l’alta cucina

Il Tipperary si presta magnificamente come cocktail da meditazione, perfetto per essere gustato dopo cena grazie alla sua struttura complessa e al grado alcolico sostenuto. La sua personalità intensa lo rende ideale per accompagnare formaggi stagionati, in particolare quelli a pasta dura come un Parmigiano Reggiano di 24 mesi o un Pecorino di Pienza, dove la sapidità del formaggio esalta le note erbacee della Chartreuse.

Per quanto riguarda i dolci, il Tipperary trova il suo abbinamento ideale con preparazioni a base di cioccolato fondente, dove l’amaro del cacao si sposa armoniosamente con le note balsamiche del liquore francese. Una torta Sacher o un tiramisù al caffè rappresentano accostamenti di grande eleganza, dove la dolcezza del vermouth funge da ponte tra i sapori.

In ambito gastronomico più ampio, questo cocktail si abbina splendidamente con salumi speziati come il guanciale di Amatrice o la ‘nduja calabrese, dove il grasso nobilita la struttura alcolica del drink. Per i più audaci, un abbinamento sorprendente può essere quello con ostriche alla griglia, dove l’iodato del mollusco contrasta elegantemente con l’intensità aromatica del cocktail.

Il Tipperary rappresenta molto più di un semplice drink: è un viaggio sensoriale che attraversa la storia, unendo la tradizione irlandese alla raffinatezza francese della Chartreuse. Un cocktail che merita di essere riscoperto e apprezzato per la sua complessità unica nel panorama della mixology contemporanea.