In Italia, dopo il Natale, la festività cristiana più celebrata e sentita è sicuramente la Pasqua. Messa della domenica a parte, da bravi italiani, come festeggiarla al meglio se non a tavola? Di fatto, ogni regione ha le proprie ricette con cui, nei giorni di Pasqua e Pasquetta, vengono imbandite le tavole.
Ecco alcuni piatti tipici di Pasqua da diverse regioni italiane:
Lombardia
Partiamo con il dolce più famoso di Pasqua, dopo l’uovo di cioccolato. Se a Natale a Milano c’è il panettone, a Pasqua, c’è la colomba! Classica, all’albicocca, al pistacchio, al cioccolato… ormai tra glasse, impasti e ripieni c’è solo l’imbarazzo della scelta e tutti possono essere accontentati. A differenza del cugino natalizio, la colomba non ha canditi, ma quella classica è decorata con mandorle sabbiate e zuccherini. Ciò che è imprescindibile però, è la forma caratteristica che ricorda, per l’appunto, una colomba.
In alcune zone si prepara anche la torta paesana, un rustico con salame, uova e formaggio.
Piemonte
L’agnello arrosto con patate e piselli è il piatto forte, accompagnato dalla torta Pasqualina, una torta salata con ricotta, bietole e uova. Gli agnolotti del plin sono un piatto tipico sia a Natale che a Pasqua. Si tratta di una famosa pasta, dalla caratteristica forma a raviolo pizzicato e ripieni di carne arrosto o stufata. Nel periodo di Pasqua, per la farcia viene usata tipicamente la carne di agnello e, una volta cotti, vengono saltati in maniera semplice con burro, salvia e parmigiano.
Veneto
La fugassa veneta, o focaccia veneta, è un dolce lievitato tipico del periodo pasquale. É un dolce lievitato tipico del periodo pasquale in Veneto. Si tratta di una sorta di focaccia dolce, arricchita con vari ingredienti come farina, zucchero, lievito ed uova. Originariamente, era considerata il dolce dei poveri: l’impasto base del pane veniva arricchito con uova, burro e zucchero, tutto in piccole dosi a causa dei costi. La forma della fugassa veneta ricorda quella di un panettone. Solitamente viene cotta negli stampi rotondi o a volte anche in quelli da colomba. In superficie, viene spesso glassata con uova e zucchero in granella, e talvolta anche con mandorle. È un dolce che richiede lunghe lievitazioni per ottenere una pasta leggera e soffice. Per accompagnarla, si trovano molti vini adatti in Veneto, come il Prosecco superiore di Cartizze, il Moscato Fior d’Arancio dei Colli Euganei e il Recioto di Gambellara spumante.
Valle d’Aosta
La Crescia di Pasqua è un pan-focaccia dalla forma rotonda, impastato con formaggi stagionati tipici valdostani, uova sode, pepe nero e olio. Tipicamente viene accompagnata a un antipasto di salumi. Molti obbietteranno che si tratta di un piatto marchigiano, ma questa ricetta è diversa. Nella versione valdostana infatti, non compaiono né latte, né il formaggio a pezzetti (qui viene grattugiato nell’impasto) e gli albumi vengono montati a neve per donare alla crescia una consistenza più soffice.
Liguria
Tra i piatti tipici di Pasqua liguri, non possiamo che citare lei: la mitica torta pasqualina. La ricetta originale di questa torta prevedeva ben 33 strati di pasta sottilissima che dovevano rappresentare gli anni di Gesù alla sua morte. Oggi però se ne usano molto meno e in alcuni casi si prepara con la pasta sfoglia. Nel ripieno troviamo la prescinseua (formaggio tipico ligure) o la ricotta, erbette selvatiche e uova sode.
Trentino Alto Adige
Il brazadèl è una ciambella morbida e profumata che viene preparata in occasione della Pasqua. l nome “brazadèl” deriva dal fatto che quando le donne lo acquistavano, lo portavano a casa infilato a mo’ di bracciale nel braccio.
Friuli Venezia Giulia
Il pistun friulano è un piatto tradizionale particolarmente diffuso nel Carso, nel Collio, a Gorizia e a Trieste. Questo piatto unisce sapori dolci e salati, come spesso accadeva nel medioevo.
Il pistun consiste in gnocchi o polpettine allungate. Gli ingredienti includono pane raffermo, pinoli, uva passa, zucchero, uova e erbe fresche. Solitamente viene cotto e servito come dolce pasquale o anche durante le nozze, visto che veniva offerto a casa dello sposo prima della cerimonia.
Emilia-Romagna
Il bensone, un dolce lievitato a forma di treccia, morbido e profumato, è un dolce tipico dell’Emilia Romagna, in particolare della provincia di Modena. Si tratta di un dolce di forma oblunga, dalla consistenza secca, che si prepara con pochi ingredienti come farina, uova, burro, latte e zucchero. La ricetta originale prevedeva l’utilizzo di farina, uova, burro, latte e miele. Quest’ultimo ingrediente è stato sostituito con lo zucchero quando, nel 1747, Sigismondo Margraff scoprì la presenza del saccarosio nella barbabietola. Oggi esistono diverse varianti del bensone, alcune farcite con marmellata o Nutella, ma la ricetta autentica è un dolce semplice e genuino, preparato con ingredienti poveri. Il bensone pasquale ha una lunga tradizione in Emilia Romagna, che risale al Medioevo. Si dice che fosse un dolce propiziatorio, simbolo di rinascita e di nuova vita. Pare che il nome derivi dall’usanza di portarlo in chiesa il sabato santo per farlo benedire, da cui “pane di benedizione” modificato in “bensone” nel dialetto locale.
Il bensone è un dolce perfetto per la colazione di Pasqua, ma può essere gustato anche a merenda o come dessert. Si accompagna bene a un caffè o a un bicchiere di vino bianco passito.
Toscana
La pasimata della Garfagnana è un dolce lievitato tipico della tradizione pasquale in Garfagnana, una zona della Toscana. Si tratta di un dolce dalla forma simile a un panettone, dalla consistenza morbida e arricchito con l’uvetta, lasciata macerare nel liquore all’anice che gli dona un sapore ricco e aromatico.
L’impasto della pasimata è realizzato con farina, zucchero, uova, burro, lievito, uvetta, semi di anice e scorza di arancia. La lunga e laboriosa preparazione, che può durare anche due giorni, prevede diverse fasi di lievitazione che donano al dolce la sua caratteristica alveolatura.
La pasimata viene tradizionalmente consumata durante la Quaresima e, benedetta in chiesa, nel giorno di Pasqua. Può essere gustata da sola o accompagnata con del vino bianco o con un liquore tipico come il vin santo.
Umbria
La torta al formaggio è un rustico salato con ricotta, pecorino e uova. In alcune zone si prepara anche la pizza di Pasqua, una focaccia soffice con salumi e formaggi.
Marche
Le ciambelle strozzose sono un dolce tipico della tradizione pasquale marchigiana. Si tratta di ciambelle semplici e rustiche, la cui forma di clessidra è data dal taglio centrale che si pratica dopo la lessatura e prima della cottura, dal sapore deciso e leggermente aromatizzato all’anice.
L’impasto delle ciambelle strozzose è realizzato con farina, uova, zucchero, liquore all’anice (mistrà), buccia di limone e un pizzico di sale. La caratteristica principale di queste ciambelle è la loro consistenza: sono infatti piuttosto asciutte e compatte, tanto da meritare il soprannome di “strozzose”.
Le ciambelle strozzose vengono tradizionalmente preparate in casa il Venerdì Santo o il Sabato Santo, per essere poi consumate durante la colazione di Pasqua. Possono essere gustate da sole o accompagnate con salame, pecorino o un bicchiere di vino rosso.
Lazio
L’abbacchio al brodetto è una ricetta veramente succulenta che fa parte della cucina tipica laziale. In questa preparazione, l’abbacchio (agnello da latte) viene ridotto in pezzi più o meno di pari grandezza per uniformare la cottura. Si passa nella farina e poi nell’olio caldo con la cipolla e il prosciutto crudo. Si sfuma con il vino e si lascia cuocere. La particolarità sta alla fine, quando vengono aggiunti i tuorli d’uovo sbattuti e profumati con le spezie. Il gusto ed il sapore dell’abbacchio al brodetto sono inebrianti.
Abruzzo
L’agnello “cacio e ova” è un piatto a base di carne di agnello, uova e formaggio pecorino, dal sapore ricco e saporito. L’agnello viene tagliato a pezzetti e cotto in padella con olio extravergine d’oliva, cipolla e aglio. A fine cottura, si aggiungono le uova sbattute con il pecorino grattugiato e si mescola il tutto fino a ottenere una salsa cremosa.
Il piatto viene tradizionalmente servito con pane fresco e un bicchiere di vino rosso.
Molise
I fiadoni sono dei fagottini di pasta ripieni di formaggio, uova e salame, tipici della tradizione culinaria molisana. Sono un piatto rustico e saporito, che viene preparato principalmente nel periodo pasquale, ma che può essere gustato anche durante tutto l’anno.
L’impasto dei fiadoni è realizzato con farina, acqua, olio extravergine d’oliva e sale. Il ripieno invece è composto da ricotta di pecora, uova, salame, parmigiano grattugiato, pepe e noce moscata. I fiadoni vengono cotti in forno a legna fino a doratura e sono solitamente serviti come antipasto o come secondo piatto.
Il termine “fiadone” potrebbe derivare dal germanico “fladen”, latinizzato in “flado”, che significa “cosa gonfia”. Questo piatto è tipico della cucina dell’Abruzzo e del Molise, ma viene preparato anche durante tutto l’anno. Solitamente vengono serviti come antipasto nelle cascine tradizionali e nelle cucine caserecce.
Basilicata
La picciddata, detta anche piccilatiedd o puddicadd’ e chiamato anche “pannaredda” a Matera, è un dolce tipico della tradizione pasquale lucana. Si tratta di un pane dolce lievitato a forma di ciambella, realizzato con un impasto semplice a base di farina, acqua, lievito, zucchero e uova. La caratteristica principale della picciddata è l’aggiunta di uova sode, che vengono incastonate nell’impasto a formare una croce o altri simboli pasquali, mentre la forma circolare simboleggia il cerchio del tempo che si rinnova e ricorda l’iconografia medievale del serpente che si morde la coda.
La picciddata viene tradizionalmente preparata in casa il Giovedì Santo e cotta nel forno a legna. La sua forma a ciambella simboleggia la corona di spine di Gesù Cristo, mentre le uova sode rappresentano la rinascita e la nuova vita.
Il dolce viene solitamente servito a colazione o come dessert durante il periodo pasquale. Può essere gustato da solo o accompagnato con del vino bianco o con un liquore tipico come il limoncello.
Campania
La pastiera napoletana è il dolce pasquale per eccellenza, con ricotta, grano cotto e canditi. Il casatiello è un rustico salato con salame, uova e formaggio.
Puglia
Le scarcelle pugliesi sono dolci tipici della tradizione gastronomica pasquale in Puglia. Questi biscotti, noti anche come “scarielle” o “scarcedde”, sono preparati con ingredienti semplici e genuini come farina, olio e uova.
Si tratta di dolci semplici e rustici, dalla forma variabile (ciambelle, cestini, colombe, trecce) che contengono un uovo sodo, simbolo di rinascita e di nuova vita.L’impasto delle scarcelle è realizzato con farina, zucchero, uova, latte, olio extravergine d’oliva, lievito e aromi come la scorza di limone. La decorazione varia a seconda della fantasia e della tradizione locale, ma spesso include glassa, zuccherini colorati e codette.
Le scarcelle vengono preparate in casa il Giovedì Santo o il Venerdì Santo e sono un dono beneaugurante che si scambia tra amici e parenti. Vengono consumate durante la colazione di Pasqua e sono un elemento importante della tradizione pasquale pugliese.
Calabria
Le cuzzupe, anche chiamate sgule, cucùli, ngute o cudduraci, le cuzzupe sono un dolce della tradizione pasquale calabrese ricco di riferimenti simbolici. Si tratta di biscotti di pasta frolla, dalla forma variabile (ciambelle, cestini, colombe, trecce) che contengono un uovo sodo, simbolo di rinascita e di nuova vita. La parola “cuzzupa” deriva dal greco e significa cerchio rotondo o ciambella, simboleggiando la fine del digiuno quaresimale. L’uovo sodo utilizzato come decorazione è un simbolo di rinascita e resurrezione.
L’impasto delle cuzzupe è realizzato con farina, zucchero, uova, strutto o burro, latte, lievito e aromi come la scorza di limone o arancia. La decorazione varia a seconda della fantasia e della tradizione locale, ma spesso include glassa, zuccherini colorati e codette.
Le cuzzupe vengono preparate in casa il Giovedì Santo o il Venerdì Santo e sono un dono beneaugurante che si scambia tra amici e parenti. Vengono consumate durante la colazione di Pasqua e sono un elemento importante della tradizione pasquale calabrese.
Sicilia
Lo sciusceddu, o ciuscello, messinese è un piatto a base di polpettine di carne immerse nel brodo caldo e poi ricoperte da una morbida crema di ricotta, formaggio e uova, la cosiddetta “conza”. Questa, grazie al calore del forno, si gonfierà, formando una leggera crosticina dorata in superficie. Dalla consistenza soffice e golosa, molto simile a quella di un soufflé al formaggio.
Sardegna
La Sa Pipia de Caresima è un pane pasquale sardo con una forma particolare: rappresenta una bimba con sette gambe. Questo dolce, ormai quasi dimenticato, veniva preparato all’inizio della Quaresima. Le sue gambe, che corrispondono alle sette domeniche quaresimali, venivano staccate una alla volta ogni settimana. La tradizione vuole che la bimba, terminata la sua funzione, venisse bruciata, simboleggiando l’addio al periodo di “penitenza” e l’arrivo della “resurrezione”. In alcune zone della Sardegna, la piccola si accompagnava a una figura maschile chiamata Giuanni Spadinu, che la proteggeva dai pericoli e dalle insidie.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.