C’è un angolo a Milano dove la frenesia lascia spazio al calore delle risate e al vociare allegro degli amici davanti a una birra artigianale o un calice di Malbec accompagnato da dei pinchos di succulenta carne argentina.
Siamo in Piazza Santa Maria del Suffragio da PIBÄ, un luogo alla mano, accogliente e permeato della giovialità argentina, che da oramai 4 anni ha importato a Milano lo street food argentino in chiave gourmet.
La storia dei locali affonda le radici a Buenos Aires, quando nel 2016 Eduardo Tessaire e Hernando Lagos decisero di applicare la nascente tendenza dello street food gourmet alla cucina argentina. Affidandosi allo chef Daniel Tolosa è nato quindi un menù contraddistinto dal meglio della cucina argentina infilzato su uno spiedino (il picho appunto). Tutto il menù è quidni pensato per essere consumato senza la necessità di posate e ottimo per essere condiviso tra i commensali.
La scommessa ha ripagato e PIBÄ ha in pochi anni raggiunto i 12 locali, fra i quali oltre quello milanese l’apertura di Barcellona dello scorso anno. E, visto l’ottimo riscontro, la crescita non accenna a fermarsi con la ricerca dello spazio giusto per una seconda location milanese.
Prezzi modici per una carne di qualità (ma anche pesce e formaggio) con un combo di pinchos + patatine + birra/calice di vino si vanno a spendere 15-20€ e ci si alza sazi e soddisfatti. Se poi viene voglia di dolce, giusto due alfajores e non ci si sente in colpa, e se si vuole sentire argentini nel cuore (e milanesi nell’anima) un Fernet&Cola è quello che ci vuole.
Indecisi su quale pinchos scegliere?
A mio modesto avviso, enza dubbio l’Entraña di Angus Black Angus argentino con scalogno glassato e salsa di cipolle, peperoni e pomodoro oppure le Mollejas, animelle, champignon, salsa di funghi, scorza di limone.
Insomma, un ottimo locale dove passare una sera spensierata, in un contesto easy e friendly ma pasteggiando con qualità.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.