Pasteggiare con il whisky. Lo vediamo fare spesso nei film americani, ma mai avremmo pensato un giorno di farlo in Italia; fino a qualche sera fa quando presso L’Alchimia, l’elegante ristorante di recente apertura di Via Premuda a Milano è stato organizzato “Whisky around the world”.
Una serata esclusiva di degustazione di cinque whisky provenienti da tutto il mondo in pairing a piatti preparati per l’occasione con tre accompagnatori d’eccezione: Giampiero Francesca e Massimo Macrì, de I Maestri del Cocktail e Cristina Folgore, whisky brand Ambassador del Gruppo Bacardi.
Partiamo dalle basi, che cos’è il whisky? Semplificando al massimo, è una bevanda alcolica distillata ottenuta dalla fermentazione e successiva distillazione di differenti tipi di cereali. Vengono poi invecchiati per lungo tempo in botti di rovere, dove acquisiscono il sapore che li contraddistingue, prima di essere imbottigliati.
Il nostro percorso inizia con un Mizuwari, un drink di benvenuto ottenuto unendo una parte di spirito, una miscela di tre whisky giapponesi che danno vita al Toki, a due parti di acqua fredda e servito con del ghiaccio. Un drink che nel paese del sol levante porta dietro di se una complessa cerimonia. Molto delicato al palato, va giù che è un piacere con i finti straccetti di manzo, crema di rucola, Parmigiano Reggiano e foglie di cappero.
Il gusto rotondo e dolce con note d’agrume del Toki è il degno accompagnatore di una palamita laccata con salsa yakitori, mandorle e lattuga alla piastra.
Proseguiamo verso i gusti più decisi del Kentucky che ci offe il Maker’s Mark, un whiskey di mais al 51%, dal sapore morbido e con profumi che richiamano il caramello e la vaniglia che si sposa alla perfezione lo squisito piatto forte del ristorante, il risotto alla milanese con royale di coda alla vaccinara.
Saliamo di gusto sul palato con il prodotto della terra scozzese, dove attraverso metodologie di produzione tradizionali abbinate alla purezza dell’acqua del fiume Pitilie Burn, nasce l’Aberfeldy 12 YO un prodotto che colpisce per il suo colore oro intenso con riflessi gialli e il suo gusto rotondo e delicato con note di arancia è l’onorato accompagnamento alla guancia di vitello al whisky con purea di patate al limone.
Ci spostiamo poi ad Islay un’isola della Scozia per assaporare il Bowmore invecchiato 12 anni il quale racchiude in sé tutte le caratteristiche di questa terra che è così vicina eppure difficilmente accessibile e che nel suo scotch conserva l’odore affumicato ed il gusto deciso della torba e la salsedine che si accentua sul finale, trovando una giusta contrapposizione nella dolcezza della creme brulée al whisky preparata dallo chef.
Il viaggio si conclude nelle impervie lande Irlandesi, dove sorge la distilleria che produce il Connemara, un distillato dalle note di malto e liquirizia con sentori di torba, degno finale del pasto abbinato al panettone fatto in casa con crema di mascarpone.
Questa sera abbiamo scoperto quanto questo prodotto conservi in sé della terra di origine e delle diverse tecniche tradizionali di produzione e la sua versatilità prestandosi ad essere consumato liscio, con ghiaccio, allungato con un po’ d’acqua o come base per cocktails. Pasteggiare con il whisky si può.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.