A volte il meglio e il giusto giacciono nelle cose più semplici e infatti la parola chiave della filosofia di Tenute Gregu è “ascolto della natura”. In una filosofia volta alla valorizzazione del terroir, alla riscoperta e adattamento della tradizione e alla sostenibilità ambientale, in vigna e in cantina, si seguono meticolose procedure atte a minimizzare l’intervento dell’uomo.
Ascoltare, significa raccogliere le uve solo quando la pianta comunica determinate condizioni per poi finire in cantina dove lo scopo è quello di preservare quello che ha regalato l’annata. La riscoperta e l’adattamento della tradizione oggi si ritrova principalmente nei vini rossi, dove la produzione segue la tradizione familiare attraverso la pratica delle follature a mano e l’utilizzo di botti esauste, perché per Tenute Gregu il legno è un veicolo che deve accompagnare il vino nella sua evoluzione e non deve essere il protagonista.
La sostenibilità ambientale è un punto importante dell’azienda; grazie alla posizione strategica dei vigneti ad una media di 500 metri sopra il livello del mare, si limita l’uso dei pesticidi, mentre si praticano inerbimenti controllati, che permettono di creare un habitat favorevole alla presenza di diverse specie di insetti, soprattutto delle api. Anche in cantina si è molto attenti a limitare l’uso di solfiti, i quali mediamente si aggirano tra i 90 e 110 mg/Litro, quindi sotto al valore per le certificazioni bio.
Siamo nella Costa Dorata della Sardegna e la famiglia Gregu coltiva questa terra da generazioni. Di padre in figlio si tramandano le conoscenze di allevamento del bestiame, del porceddu, dell’ agnello e si producono in casa prelibatissimi pecorini.
Ma negli anni 2000 cambia qualcosa: Raffaele e Federico sono l’ultima generazione della famiglia, giovani intraprendenti e sognatori, vogliono far conoscere a tutto il mondo l’amata Isola. Quale veicolo migliore se non il vino? Ma non un vino qualsiasi, qui siamo in Gallura, area che si trova nella parte Nord orientale della Sardegna e si estende quasi interamente nella provincia di Olbia-Tempio, con un’appendice territoriale in provincia di Sassari. Un terroir unico, una sinergia tra influenze marine che si insinuano in una fitta e caratteristica macchia mediterranea. La parte più interna è invece caratterizzata da boschi di querce, sughere e olivastri, essendo i Sardi, storici produttori di sughero.
Nel 2011 Antioco Gregu decide di intraprendere con i figli Raffaele e Federico, una nuova avventura, acquistando 50 ettari nelle campagne di Calangianus, su un terreno da disfacimento granitico a 500 metri sul livello del mare. Un contesto unico ed incontaminato ai piedi del Monte Limbara, sede del Parco Regionale che porta il nome del monte, tra olivastri e sugherete secolari immerso in profumi di una vegetazione potente e selvaggia. «Il nostro terroir ha caratteristiche uniche, il vento costante, le forti escursioni termiche determinate dalla nostra altitudine e la conseguente formazione di rugiada che rallenta la maturazione delle nostre uve. Noi valorizziamo tutto questo, attraverso “l’ascolto” delle piante», ci spiega Antioco Gregu, «raccogliamo le uve solo quando la pianta ci comunica determinate condizioni».
Nel 2014 si imbottiglia la prima annata, Antioco e i due figli si dividono nella gestione dei trenta ettari di vigneto; il padre si occupa della parte vitivinicola, aiutato dal figlio minore Federico, mentre il maggiore, Raffaele, si occupa della gestione in cantina e del commerciale.
Tutto nei poderi Gregu parla di tradizione:le carni vengono fatte stagionare appese a travi di legno, un grande focolare scalda le pietanze per gli incontri conviviali e il vino dalle botti non si prende con la pipetta ma con la sa ruffiana ricavatada una semplice canna tagliata a dovere. Le varietà coltivate dall’azienda sono per la maggior parte autoctone: Vermentino, Cannonau e Muristellu (Bovale Sardo)e anche i vitigni internazionali di Syrah e Merlot. Il filo conduttore è la Verità «che significa rispetto e valorizzazione di ogni elemento che caratterizza un’annata. Noi siamo identitari, i nostri vini devono rispecchiare noi e il nostro territorio», conclude Raffaele Gregu.
Direttore responsabile di No#News Magazine.