Si è conclusa anche la 11° edizione di Identità Golose una 3 giorni divisa in 9 sezioni in cui 100 grandi chef, professionisti della cucina e della pasticceria italiana e internazionale hanno raccontato il connubio tra gola e benessere.
Piatto simbolo scelto a rappresentare questa edizione, la Triglia alla livornese di Massimo Bottura. Ma negli oltre 150 appuntamenti che l’hanno caratterizzata, grande spazio è stato riservato alla cucina naturale, non solo sinonimo di cultura vegetariana e vegana, ma opportunità di coniugare sempre più il gusto, stili di vita sani e comportamenti ecosostenibili, con Identità Naturali.
Le peculiarità della cucina d’alta quota sono state raccontate a Identità di Montagna, mentre le spezie sono state il fulcro della prima edizione di Identità Piccanti, protagonisti chef in arrivo da 6 diversi Paesi.
Si riconferma l’attenzione per il mondo dei lievitati con Identità di Pane e Pizza, mentre gli ingredienti più ricercati e le storie più originali hanno avuto come contenitore Identità Estreme. L’analisi sul mondo della pasta secca ha avuto spazio ad Identità di Pasta, mentre Dossier Dessert è stato un inno al mondo del dolce con approfondimenti con incursioni nel dolce da ristorazione.
Regione ospite è stata il Veneto: si sono susseguiti sul palco cuochi che ne rappresentano il fiore all’occhiello e, nell’ambito dell’area espositiva, un fitto programma di attività dedicate hanno cercato di valorizzare i prodotti simbolo di una regione ricchissima sotto il profilo agroalimentare.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.