Nel panorama dei cocktail contemporanei, pochi drink hanno saputo ridefinire i canoni di un classico con la stessa eleganza e semplicità del Tommy’s Margarita. Questa variante del celebre cocktail messicano rappresenta una vera e propria dichiarazione d’intenti: meno è di più, purché ogni elemento sia scelto con cura maniacale. Nato tra le mura di un ristorante messicano di San Francisco negli anni Novanta, questo drink ha conquistato bartender e appassionati di tutto il mondo, dimostrando come un’intuizione geniale possa trasformare una ricetta storica in qualcosa di completamente nuovo.
Una storia di famiglia e passione per l’agave
La storia del Tommy’s Margarita inizia nel 1965, quando Tomas ed Elmy Bermejo aprono Tommy’s Mexican Restaurant nel Richmond District di San Francisco. Il ristorante diventa rapidamente un punto di riferimento per la cucina messicana autentica, crescendo tutti e cinque i figli Bermejo tra i tavoli e dietro il bancone.
È negli anni Ottanta che Julio Bermejo, figlio dei proprietari, inizia a lavorare come bartender nel locale di famiglia. La prima rivoluzione arriva quando Julio sostituisce la tequila mixto utilizzata nel margarita della casa con Herradura 100% agave, dimostrando già allora una sensibilità particolare verso la qualità degli ingredienti.
Il momento decisivo arriva nel 1990, quando Julio ha un’illuminazione che cambierà per sempre il mondo dei cocktail a base di tequila. L’idea nasce dalla volontà di esaltare il carattere dell’agave contenuto nella tequila, eliminando il triple sec tradizionale e sostituendolo con il nettare di agave. Questa scelta apparentemente semplice nasconde in realtà una filosofia profonda: creare un cocktail dove ogni ingrediente parli la stessa lingua botanica.
Il Tommy’s Margarita diventa rapidamente la firma del locale, attirando l’attenzione di bartender professionisti e giornalisti specializzati. Il drink viene successivamente riconosciuto dall’International Bartenders Association (IBA) come “New Era Drink”, sancendo ufficialmente il suo status di classico moderno.
La ricetta: semplicità e precisione
La bellezza del Tommy’s Margarita risiede nella sua estrema semplicità: solo tre ingredienti che creano un equilibrio perfetto tra acidità, dolcezza e carattere alcolico.
Ingredienti:
- 60 ml di Tequila Blanco 100% agave
- 30 ml di succo di lime fresco
- 15 ml di nettare di agave
Preparazione: Versare tutti gli ingredienti in uno shaker riempito di ghiaccio. Shakeare vigorosamente per 10-15 secondi fino a quando l’esterno dello shaker non risulta freddo al tatto. Filtrare in un bicchiere old fashioned precedentemente raffreddato e riempito di ghiaccio fresco. Guarnire con una fetta di lime.
Il rapporto classico è 3-2-1: tre parti di tequila, due parti di succo di lime e una parte di nettare di agave. Questa proporzione matematica garantisce un equilibrio che enfatizza il carattere erbaceo e terroso della tequila senza essere sopraffatto dalla dolcezza.
La scelta della tequila è fondamentale: Julio Bermejo preferisce tequile valley perché “più pungenti e adatte al gusto americano, dove si vuole sentire l’alcol”, mentre le tequile highland sono più delicate. Nel corso degli anni, Tommy’s ha utilizzato diverse etichette: Herradura per 23 anni, poi Arette per 11 anni, e attualmente Dos Lunas.
Il nettare di agave non è un semplice dolcificante, ma un ingrediente che crea un dialogo armonico con la tequila, amplificandone le note vegetali e conferendo al drink una rotondità che il triple sec non potrebbe mai offrire.
Abbinamenti gastronomici: dal Messico al mondo
Il Tommy’s Margarita si rivela sorprendentemente versatile negli abbinamenti gastronomici, superando i confini della cucina messicana tradizionale. La sua acidità bilanciata e la dolcezza discreta lo rendono un compagno ideale per una vasta gamma di preparazioni.
Con la cucina messicana autentica, il cocktail esprime il suo massimo potenziale. I tacos al pastor, con il loro equilibrio tra dolce e piccante, trovano nel Tommy’s Margarita un contrappunto perfetto. Il nettare di agave echeggia le note caramellate dell’ananas, mentre l’acidità del lime pulisce il palato dal grasso della carne. Allo stesso modo, i ceviches beneficiano dell’acidità complementare del cocktail, che non compete con quella del piatto ma la esalta.
Nel mondo dei formaggi, il Tommy’s Margarita si sposa magnificamente con quelli a pasta dura stagionati, come il Manchego o il Pecorino Romano. La mineralità di questi formaggi dialoga con le note terrose della tequila, mentre la dolcezza dell’agave bilancia la sapidità.
Sorprendente è l’abbinamento con la cucina asiatica fusion: il cocktail accompagna egregiamente i sushi con salse agrodolci o i bao bun con maiale glassato. La freschezza del lime e la pulizia del distillato non interferiscono con i sapori delicati del pesce crudo, anzi li esaltano.
Per i dessert, il Tommy’s Margarita funziona splendidamente con preparazioni a base di cioccolato fondente, dove l’amaro del cacao trova un contrappunto nella dolcezza vegetale dell’agave. Anche i sorbetti agli agrumi creano abbinamenti interessanti, giocando sulla complementarità delle acidità.
Il Tommy’s Margarita non è semplicemente un cocktail, ma una filosofia del bere consapevole: ogni sorso racconta la storia dell’agave, dalla pianta al bicchiere, dimostrando come l’innovazione possa nascere dal rispetto per la tradizione e dalla comprensione profonda degli ingredienti.

Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.