Vuoi contribuire alla ricerca oncologica mentre dormi?

Grazie alla collaborazione tra la Fondazione Vodafone e AIRC, puoi farlo facilmente. Basta scaricare l’app DreamLab sul tuo smartphone, collegarlo al caricabatterie e attivare DreamLab. In questo modo, metti a disposizione della ricerca la potenza di elaborazione del tuo dispositivo, accelerando i complessi calcoli necessari per gli studi oncologici moderni. La Fondazione Vodafone ha messo l’app al servizio del progetto “L’esploratore delle cellule tumorali” (noto anche come “Cell Identity Hunter”) dell’IFOM, l’Istituto FIRC per l’oncologia molecolare.

Il professor Massimiliano Pagani, responsabile del laboratorio di oncologia molecolare e immunologia presso l’IFOM di Milano e coordinatore del progetto, spiega l’importanza dell’ecosistema tumorale, che rappresenta il tessuto biologico formato dalle cellule tumorali e da altre cellule che interagiscono con esse. Conoscere le regole di funzionamento di questo ecosistema è cruciale per identificare nuove terapie. L’obiettivo ambizioso dell’esploratore delle cellule tumorali è identificare i diversi tipi di cellule che compongono tale ecosistema nei vari tipi di tumore e descriverne la loro funzione. Dato l’immensa quantità di dati generati da un progetto di questa portata, è necessaria una potenza di calcolo molto elevata per analizzarli tutti. Ed è qui che entra in gioco l’app DreamLab.

Ma da quale fonte provengono esattamente tutti questi dati? Massimiliano Pagani spiega:

“Il punto di partenza è sempre il materiale biologico ottenuto da pazienti affetti da diversi tipi di cancro, come il cancro al seno, al colon-retto, ai polmoni e altri, attraverso biopsia o intervento chirurgico. Questo materiale viene trattato fino a ottenere una sospensione cellulare, da cui vengono isolate singole cellule di diversi tipi mediante tecniche sofisticate. Successivamente, le singole cellule vengono analizzate utilizzando varie tecnologie ‘omiche’ per ottenere informazioni sui diversi sistemi cellulari.” L’analisi iniziale sarà incentrata sulla trascrittomica, che si occupa di esaminare tutti i trascritti di RNA di una cellula, ovvero le molecole di RNA che codificano per proteine. “In questo modo, potremo determinare quanti geni sono effettivamente attivi e con quale intensità nei diversi tipi cellulari, nonché quelli inattivi.” In futuro, saranno condotte anche analisi proteomiche (che riguardano tutte le proteine prodotte in una cellula), epigenomiche (che riguardano i meccanismi di controllo dell’espressione genica) e altre ancora. Pagani commenta: “Considerando che abbiamo già circa un milione di cellule da analizzare, è evidente perché sia necessaria una grande potenza di calcolo. È come se dovessimo sequenziare il trascrittoma di un milione di individui.”

Per ogni cellula analizzata, i dati ottenuti saranno confrontati con i profili cellulari già noti. In questo modo, la cellula potrà essere identificata o, se il suo profilo non corrisponde a nessuno presente nella banca dati, verrà descritta come nuova.

“Questo è quanto è accaduto durante un primo studio che abbiamo già condotto con questo tipo di analisi e i risultati sono stati pubblicati a maggio sulla rivista Nature Immunology”, spiega il ricercatore. “Abbiamo identificato una popolazione di cellule del sistema immunitario chiamate linfociti TR1, scoprendo che sono rare nei tessuti sani ma molto presenti nell’ambiente tumorale. Inoltre, abbiamo evidenziato che svolgono un ruolo nella soppressione della risposta immunitaria, proteggendo il tumore dall’attacco del sistema immunitario. Pertanto, riteniamo che possano rappresentare un nuovo bersaglio terapeutico.”

Questo esempio dimostra le enormi potenzialità di un progetto come “L’esploratore delle cellule tumorali”. “Tutto il lavoro che svolgeremo ci consentirà di scoprire meccanismi e relazioni cellulari importanti per lo sviluppo, la sopravvivenza e la diffusione dei tumori, che potrebbero diventare bersagli di nuove terapie”. Ognuno di noi può contribuire a questo progetto semplicemente scaricando un’app.

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