Girovagando sul web, mi sono imbattuto in una nuova APP che sicuramente faciliterà ulteriormente la vita degli amanti dell’arte: MyPass, un’applicazione mobile che permette l’accesso diretto, senza più passare alla cassa, nei luoghi convenzionati.
Basta avvicinare il supporto, telefonino o tablet, ai tornelli e colonnine per accedere direttamente ai servizi. L’APP è disponibile sia per IOS che Android.
Con l’APP MYPASS Musei puoi goderti il meglio dell’arte, senza doverti fermare in biglietteria per acquistare il ticket d’ingresso ai tuoi musei o mostre preferite; in più puoi pagare ai bookshop e ai caffè. Un primo luogo dove è stata adottata è Venezia: la mostra di fotografie in corso di Helmut Newton a Venezia dal 7 Aprile fino al 7 Agosto alla Casa Tre Oci, Isola della Giudecca Venezia con oltre 200 immagini di Helmut Newton, uno dei fotografi più importanti e celebrati del Novecento.
L’esposizione, curata da Matthias Harder e Denis Curti, organizzata da Civita Tre Venezie in collaborazione con la Helmut Newton Foundation, è frutto di un progetto, nato nel 2011 per volontà di June Newton, vedova del grande fotografo.
La rassegna raccoglie le immagini di White Women, Sleepless Nights e Big Nudes, i primi tre libri di Newton pubblicati alla fine degli anni ‘70, volumi oggi considerati leggendari e gli unici curati dallo stesso Newton.
Per un weekend speciale nel Veneto, con l’app è inoltre possibile visitare anche la mostra di Vivarini disponibile fino al 05 Giugno.
Quali sono quindi i vantaggi di MyPass:
- biglietto scontato per chi entra con l’App. 8€ a Newton (prezzo intero 12 euro) e 7 euro ai Vivarini (intero 10 euro)
- salta la biglietteria e vai diretto alle sale
- informazioni sull’app, orari, come arrivare…
- l’utente una volta registratosi e come se avesse un “telepass” sempre in tasca..può andare a sciare, entrare in un parcheggio,visitare una città. Tutto ciò che basta fare è scaricare l’app dedicata.
- una registrazione per sempre!
Articolo sponsorizzato
No#News Magazine è il periodico dell’ozio, non nell’accezione oblomoviana del temine, ma piuttosto in quella dell’Antica Roma dell’otium, ovvero del tempo (libero) da impiegare in attività di accrescimento personale. L’ozio, quale uso ponderato del tempo.
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