Quest’inverno torneranno in Italia, insieme ad un orchestra, facendo tappa a Padova e a Roma. Stiamo parlando dei Marrilion, storica progressive band nata negli anni 80. Noi per accompagnare l’attesa abbiamo seguito i Bittersuite, una delle coverband ufficiali, durante una delle loro serate in un noto locale romano.
Da Fish a Steve Hogarth.

Quest’inverno torneranno in Italia, insieme ad un orchestra, facendo tappa a Padova e a Roma. Stiamo parlando dei Marillion, storica progressive band nata negli anni 80. Noi per accompagnare l’attesa abbiamo seguito i Bittersuite, una delle coverband ufficiali, durante una delle loro serate in un noto locale romano.

Da Fish a Steve Hogarth. Dal progressive all’alternative rock. I Marillion rappresentano una delle band che più è cambiata, e più ha saputo evolversi, durante la sua lunga carriera. Consideriamo doveroso fare questa premessa, per sottolineare la difficoltà nel portare su un palco questo percorso e la bravura nel saperlo ripercorrerlo fedelmente.

Ore 22.00. Si abbassano le luci. I cinque membri della band fanno il loro ingresso sul palco e lo spettacolo può iniziare.Per due ore abbondanti, veniamo presi per mano e seguiamo i Bittersuite tra i variopinti paesaggi disegnati dai Marillion. La scaletta gioca ad esaltare il contrasto tra la band con Fish e il periodo successivo con Steve Hogarth. Vengono, così, alternati brani puramente progressive come Hotel Hobbies, a pezzi dalle tinte più rock come Out Of This World e differenze tra sono chiaramente udibili.Vengono ripercorsi i passi che hanno portato a pezzi scritti nel mezzo degli anni 80 come Fugazi o più recenti come Gaza. Due pezzi complessi sia come testo, sia come partiture e che mostrano il lato antibellico e sensibile che ha contraddistinto, indistintamente, le penne dei due frontman della band.

Più il viaggio va avanti, più il pubblico viene rapito dal susseguirsi dei medley e di quei brani che, chiudendo gli occhi per un secondo, riescono a catapultarci in uno show molto più grande di quello che stiamo vivendo. Le quasi quattrocento persone che riempiono il locale hanno tutte lo sguardo rivolto verso il palco. Tra i tavoli non si parla. Tutti osservano le dita scorrere sul manico della chitarra durante gli assoli. Accompagnano il frontman nelle note più alte del ritornello. Si lasciano trasportare dal ritmo offerto dal basso e batteria e coccolare dalle melodie della tastiera.Perché si può non essere fan dei Marillion, ma lo si sarà sempre della buona musica.Finita l’esibizione il pubblico è soddisfatto e abbandona il locale tra commenti positivi e canticchiando qualche verso di Misplaced Childhood. I Bittersuite smontano l’attrezzatura con il sorriso di chi sa di esser riuscito a far sognare tante persone, con le stesse lacrime che solo i Marillion sanno provocare. Appuntamento alla prossima emozionante serata.

SCALETTA COMPLETA DEL CONCERTO DEI BITTERSUITE

  • Splintering Heart
  • Gaza
  • Hotel Hobbies
  • Power
  • Sugar Mice
  • Fugazi
  • Out Of This World
  • The Leavers
  • Misplaced Childhood
  • Garden Party
  • Hooks in You