Rischio e spesa considerati eccessivi dalla maggior parte dei cittadini. Chi sceglie di investire, si crea una propria idea già prima di recarsi da un consulente. Secondo l’analisi di SEMrush, le ricerche online sul tema sono aumentate del 70% in 3 anni. Investing e Investire Oggi i siti più consultati.
La paura di guadagni minimi, a fronte di una spesa e un rischio eccessivo, frena gli investimenti degli italiani, che, sempre più spesso, preferiscono di lasciare fermi i propri risparmi. Va, però, segnalato che coloro che scelgono di investire i propri soldi, non si rivolgono più soltanto ai titoli di stato, ma guardano oltre, e lo fanno in modo più consapevole e ragionato.
SEMrush, piattaforma SaaS per la gestione della visibilità online, ha analizzato le ricerche fatte sul web dai nostri connazionali negli ultimi 3 anni, notando come quelle contenenti con parole chiave correlate agli investimenti siano aumentate del 70%. Questo vuol dire che la maggior parte degli italiani che si rivolgono ad un consulente o un intermediario finanziario, lo fanno dopo essersi creati una propria opinione e, comunque, verificano la bontà di quanto è stato loro suggerito, aiutandosi proprio con internet.
Diversi anche i portali utilizzati per verificare l’andamento delle borse e dei mercati. Tra questi, il più utilizzato, è sicuramente Investing, sito che offre analisi, grafici, quotazioni e consigli di esperti e utenti su Forex, Borsa, Finanza e Titoli, digitato sulle barre di ricerca dei browsers italiani con una media di 356.381 volte al mese. Al secondo posto, con un distacco di oltre 320 mila punti, troviamo Investire Oggi, sito di informazione indipendente su economia, fisco, finanza e mercati, con una media di 29.168 ricerche al mese. In particolare, il sito Investing viene spesso digitato anche in relazione a ricerche specifiche, come “ftse mib investing” (5.378 ricerche al mese, +446,67% rispetto a 3 anni fa) e “spread investing” (3.182 ricerche al mese, + 1.355,73% rispetto a 3 anni fa).

No#News Magazine è il periodico dell’ozio, non nell’accezione oblomoviana del temine, ma piuttosto in quella dell’Antica Roma dell’otium, ovvero del tempo (libero) da impiegare in attività di accrescimento personale. L’ozio, quale uso ponderato del tempo.
Una luogo di analisi e dibattito (senza essere troppo pomposi) sulle numerose sfaccettature e forme che la cultura può assumere e della pienezza di emozioni che questa può dare.
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