Sebbene sia noto a tutti, in queste ultime settimane i media non fanno altro che ripetercelo: la plastica è una vera calamità per il nostro pianeta.
È presente nelle confezioni dei nostri prodotti alimentari e igienici, ma anche nel nostro telefono, nelle nostre auto e, naturalmente, nei nostri elettrodomestici. Per non parlare di tutti quegli imballaggi e packaging spesso eccessivi e inutili: i nostri cassonetti sono pieni di rifiuti, la loro raccolta differenziata e consapevole purtroppo non è sempre sufficiente. È urgente cambiare i nostri comportamenti per salvare il nostro pianeta.
Ecco perché, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, promossa dall’ONU e celebrata in tutto il mondo il 22 aprile, SOS Ricambi ha raccolto 10 abitudini da adottare per ridurre la produzione di rifiuti e mettere i nostri bidoni a dieta.
Compost, questo sconosciuto!
Il compostaggio domestico non è molto complicato e permette di ridurre la quantità dei rifiuti domestici di 40 kg per persona all’anno. Inoltre, molti comuni in Italia hanno avviato misure amministrative di agevolazioni fiscali e distribuzioni gratuite di compostiere per incrementare la responsabilizzazione degli abitanti e la crescita della coscienza ambientale. Se avete la fortuna di avere un giardino e magari di coltivare qualche verdura nel vostro orto, lo smaltimento corretto dei rifiuti organici è assolutamente raccomandato per generare un fertilizzante naturale al 100% per le colture riducendo al tempo stesso la spazzatura. E per chi vive in appartamento? Basta un semplice balcone per installare una compostiera più piccola e modesta!
Meno confezioni, più eco-ricariche!
Abitudine facile da adottare e un gesto estremamente utile per l’ambiente. Per gli articoli per la pulizia e igiene personale, come il sapone liquido, il bagnoschiuma lo shampoo o il detersivo per lavatrice, scegliete quei marchi che offrono il formato eco-ricarica. Questa scelta non solo permette di ridurre i rifiuti in termini di imballaggi e packaging di plastica di circa 1kg per persona all’anno ma garantisce anche una quantità di prodotto maggiore! Basterà dotarsi di un contenitore con il dosatore per riempirlo con le ricariche.
Più alimenti sfusi e barattoli in vetro per un gusto shabby chic!
Oggi esistono diversi negozi, come quelli Bio, che permettono di acquistare gli alimenti sfusi, quindi senza packaging e contenitori: riso, pasta, frutta, noci, cereali, muesli, ecc. Basta riutilizzare vecchi sacchetti di carta (o bag in cotone) e riempirli con la quantità necessaria. Facendo così, si eviterà sia il consumo eccessivo di imballaggi sia eventuali sovradosaggi di cibo che poi andrà buttato via. In alcuni punti vendita è possibile utilizzare direttamente i propri contenitori (barattoli, bottiglie, bag in cotone) il cui peso verrà detratto al momento del pagamento.
E una volta a casa? Perché non riutilizzare i bei vecchi barattoli di vetro per conservare gli alimenti e mettere così al bando tutti i contenitori di plastica? La vostra cucina acquisterà anche un tocco di stile shabby chic!
Meno carta stampata
Secondo l’Istat, quasi 8 famiglie italiane su 10 riciclano la carta, dato rassicurante se si pensa che qualche anno fa erano la metà ma c’è ancora tanto da fare, come ridurre al massimo le stampe non necessarie. Questa buona abitudine permette una riduzione di 6kg di rifiuti all’anno circa. Nell’era dei canali digitali, l’archiviazione dei dati è ormai dematerializzata. I documenti stampati presentano molti svantaggi: occupano spazio, pesano negli spostamenti e sono costosi in termini di inchiostro e carta. Prima di stampare un documento, quindi, è meglio porsi questa semplice domanda: è davvero necessario stampare questo documento? Se la risposta è positiva, optate per la stampa fronte-retro.
E i buoni vecchi libri di carta?
Mai buttarli via! Dopo averli letti, se non si ha spazio a sufficienza per tenerli, è possibile conceder loro una seconda vita affidandoli ad associazioni che li ridistribuiscono ad altri lettori o lasciandoli negli appositi spazi di Cross-booking. La condivisione e il riciclaggio dei libri aiuterà, inoltre, a promuovere l’accesso alla cultura per tutti.
Shopping si, ma consapevole!
Tutti amano fare shopping! Ma i sacchetti di plastica non amano il nostro pianeta! Oltre a impiegare svariati anni a degradarsi, minacciano ogni giorno la natura e la vita di tanti esseri viventi, con conseguenze catastrofiche per la fauna e la flora. Per gli acquisti, siano essi alimentari e non, iniziate a utilizzare sacche di materiali naturali come canapa, tela o cotone. Un consiglio? Tenete sempre in borsa o in macchina delle bag pieghevoli o tascabili, così da averne sempre una a portata di mano!
No ai prodotti monouso!
È ora di dire addio a calici, piatti, tovaglie e posate di carta e plastica! Per i vostri picnic usate contenitori riutilizzabili o piatti biodegradabili, asciugamani lavabili. Scegliete contenitori di vetro per le insalate e del tessuto rivestito in cera per imballare i panini o altri snack! Come regola generale, non utilizzare oggetti quotidiani per uso singolo: tovaglioli, posate, tovaglie, cotone per rimuovere il trucco. Con un po’ di attenzione e un po’ di ricerca scoprirete che esistono alternative che vi permetteranno di ottenere un notevole risparmio nel lungo termine.
Ad esempio, sapevate che anche le cannucce sono una minaccia se gettate in mezzo alla natura? Esistono soluzioni pratiche, come le cannucce di bambù riciclabili, quelle in acciaio inossidabile che possono essere lavate o, per i più piccini, le golose cannucce commestibili!
Ok ai dispositivi alimentati a batteria ma ricaricabili!
Nel 2017, solo il 45% delle famiglie italiane ha dichiarato di aver riciclato batterie e pile. Per i dispositivi di tutti i giorni (telecomando, orologio, radiosveglia, bilance) utilizzate batterie ricaricabili. Anche se un po’ più costose, hanno una vita molto più lunga rispetto alla loro versione monouso. In questo modo il risparmio, nonché la riduzione di materiali inquinanti in circolo, saranno garantiti. Infine, quando possibile, scegliete preferibilmente prodotti che possono essere collegati alla rete o ancora meglio prodotti senza batteria (come le calcolatrici a celle solari).
…si, ma in ufficio?
Nell’arco di una giornata lavorativa sono due i momenti particolarmente propizi alla produzione di rifiuti: la pausa caffè e la pausa pranzo! Le pause in ufficio fanno spesso rima con prodotti usa e getta: calici, cialde, capsule, posate… per non parlare dei bicchieri di plastica! Iniziate a cambiare queste abitudini regalandovi una bella tazza da personalizzare. Oggi la maggior parte dei distributori automatici di caffè permettono di mettere la propria tazza, provare per credere!
E per una pausa pranzo ” rifiuti zero”, se non si ha a disposizione una mensa, portate il vostro pranzo al sacco, la famosa “schiscia” per i milanesi, e usate le posate in acciaio. Oggi è ormai possibile optare anche per posate biodegradabili e compostabili, ad esempio quelle in legno di betulla.
Acqua del rubinetto…perché no?
Si stima che in Italia ogni abitante consumi circa 220 litri di acqua potabile al giorno e 7 famiglie italiane su 10 comprino acqua minerale in bottiglia di plastica. Scegliere di bere l’acqua del rubinetto è un’abitudine molto vantaggiosa per l’ambiente, riducendo significativamente la produzione di rifiuti di plastica, e per il vostro portafogli.
Infatti, l’acqua distribuita dalla rete idrica non viene né imballata né trasportata e ha un costo dalle 200 alle 300 volte minore. Eppure, Il 29% delle famiglie italiane non si fida di bere l’acqua del rubinetto. Ma anche l’acqua conservata nelle bottiglie di plastica ha destato ultimamente sospetti, dal momento che viene conservata all’interno di un materiale che potrebbe deteriorarsi se non correttamente conservato. Se la riluttanza nel bere acqua del rubinetto è dovuta al gusto, è possibile conservare la caraffa poche ore in frigorifero o a temperatura ambiente, sarà sufficiente per rimuovere l’odore sgradevole del cloro. L’utilizzo di caraffe con i filtri permetterà invece di depurarla al massimo.
Per gli spostamenti, è possibile invece optare per le numerose borracce coibentate senza BPA (bisfenolo A) e additivi in circolazione.
Riparare, regalare o vendere, mai buttare!
Ogni anno nel mondo vengono buttate via 600.000 tonnellate di oggetti potenzialmente riutilizzabili. Molti di questi dispositivi scartati sono dispositivi elettronici riparabili o che richiederebbero soltanto una buona manutenzione per garantirne un ciclo di vita più lungo.
Molte riparazioni sono piuttosto semplici, come la sostituzione di una guarnizione o di una cinghia, o la pulizia di filtri o una pompa di scarico.
Uno dei vostri apparecchi non funziona più o non funziona correttamente? Prima di gettare la spugna, sarebbe opportuno capire la gravità del problema e se basta una semplice riparazione a rimettere in funzione il vostro elettrodomestico. In generale, prima di buttar via un prodotto, è bene porsi le seguenti domande:
- Questo prodotto può essere riparato? Se è così, e se la riparazione non richiede l’intervento di un tecnico, provate a farlo da soli attraverso i numerosi tutorial disponibili sul web
- Può servire a un’altra persona? Molti siti online consentono di vendere oggetti usati, persino su Facebook!
Naturalmente ci sono molte altre abitudini da adottare per ridurre la produzione di rifiuti. La cosa più importante è smettere di credere che questi pochi atti isolati non facciano la differenza. Questa persistente idea che agire nel nostro piccolo non cambierà nulla, porta inevitabilmente a non agire per nulla. Al contrario, ogni gesto conta e proprio la somma di queste piccole azioni individuali spronerà le istituzioni, le aziende e gli altri individui ad agire correttamente a supporto e in difesa del nostro pianeta.
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