La Vigna del Nocio è un luogo molto particolare. Non lontana dal corpo aziendale dei poderi Boscarelli ha, tuttavia, una sua specifica connotazione, sia dal punto di vista geomorfologico che per la sua propria ubicazione. Deriva il suo nome da un antico albero di Nocio che era al suo centro e che per una malattia e per il tempo è caduto, lasciando, però, inalterato il fascino di queste colline i cui vigneti sembrano indicare la strada per il colle di Montepulciano. Proprio in queste filari nasce l’omonimo vino, emblema della volontà della famiglia De Ferrari di fare in questa zona un prodotto che ne rispecchiasse al massimo il territorio e che ne evidenziasse le grandi potenzialità. Idea, questa, che è alla base anche delle scelta figlia di un importante percorso che l’azienda ha svolto nei suoi vini principali (come il Boscarelli) di lavorare un monocultivar da uve sangiovese. Il Nocio dunque, raccoglie l’eredità di anni di studio dei De Ferrari volti a comprendere come il Sangiovese trovasse la sua dimensione e la sua espressività in questo territorio. «Non è stata una sfida facile–commentano Paola, Luca e Nicolò–poiché ancora oggi cerchiamo di produrre un Nocio che sia figlio diretto di queste terre evidenziandone il carattere ed impegnandosi costantemente per trovare l’equilibrio tra un cultivar di grande eleganza, come appunto il Sangiovese, ma anche difficile da coltivare. Questo è sempre stato un nostro progetto fin dall’inizio. Per questo abbiamo sperimentato-prima con il Boscarelli e poi, una volta raggiunta la maturità della Vigna del Nocio, direttamente in questo prodotto–molto e continuiamo a farlo, mantenendo come base ferma la triade monovitigno, tradizione, eleganza».
Nella continua ricerca dell’eleganza e della massimo espressività del vino, dal 2010, la famiglia De Ferrari ha deciso che il Nocio dovesse riposare un anno in bottiglia in più prima di essere immesso nel circuito. Una decisione che nasce dall’osservazione e dalla continua attenzione per questo vino e dalla consapevolezza che il tempo rende il Nocio un vino ancora più elegante. «L’attenzione che mettiamo verso i nostri vini–spiegano–volge alla loro continua interpretazione. Durante tutte le fasi, dalla raccolta all’imbottigliamento li seguiamo, degustandoli per comprendere la loro crescita. Dedichiamo specialmente al Nocio attenzione nelle sue fasi di vita per avere alla fine un prodotto che prima di tutto interpreti quello che noi crediamo sia il terroir di queste vigne e di questa zona». Non è un caso, infatti, che la famiglia insieme allo staff organizzi degustazioni interne che coinvolgono anche persone appassionate per seguire il percorso del Nocio. Negli ultimi anni, poi, una serie di verticali ne hanno fatto apprezzare anche la longevità nel tempo.