Il secondo lockdown italiano e il protrarsi di una situazione di incertezza e limitazioni alle libertà personali stanno incidendo profondamente sul benessere psicofisico della popolazione.

A confermarlo non solo i recenti articoli accademici pubblicati sulle principali riviste come ‘The Lancet Psychiatry’ che ha osservato i mutamenti nei comportamenti nel primo trimestre 2020, ma anche ricerche più recenti. Una su tutte è la pubblicazione di Davide Fortin, ricercatore all’Università Sorbona di Parigi e collaboratore di MPG Consulting, che ha raccolto moltissimi dati tramite un sondaggio al quale hanno risposto più di 8mila persone e che sta analizzando le evoluzioni del mercato e il cambio nei paradigmi del consumo di cannabis light dal lockdown di marzo 2020 in poi.

Come confermano gli andamenti d’acquisto registrati da Legal Weed, il mercato è in evoluzione e il “fattore lockdown” incide profondamente. Dalla prima settimana di marzo del 2020, alla prima settimana di marzo del 2021, infatti, l’incremento del fatturato italiano dell’azienda si è attestato al +76%. Tutto questo nel momento in cui, in Commissione Giustizia, si discute della modifica del testo unico sugli stupefacenti con due leggi opposte: una proposta da Riccardo Magi di Più Europa/Radicali, che legalizzerebbe la coltivazione domestica di cannabis ad uso personale, e l’altra della Lega, che va nella direzione opposta aumentando le pene e prevedendo l’arresto obbligatorio, in caso di flagranza, senza più considerare la lieve entità.

Queste ipotesi di evoluzione normativa si inseriscono in un contesto di progressivo consolidamento e crescita del mercato nazionale e comunitario, come rilevato anche da Fortin. Attualmente si stima un mercato, comprensivo del consumo domestico e del prodotto che viene esportato, che si attesta intorno ai 200 milioni di euro tra infiorescenze (almeno 150 milioni) e prodotti a base di CBD. Ma il potenziale è enormemente maggiore, afferma Fortin:

Con una base di consumatori stabile si potrebbe arrivare ad un mercato di 4/500 milioni di euro nel giro di poco tempo se arriveranno le opportune regolamentazioni per l’inalazione in Italia e in Europa, e quelle per garantire la salubrità del prodotto e l’indicazione corretta dei principi attivi contenuti“.

Un mercato e una base consumatori che si consolida e che, secondo gli ultimi dati registrati da Legal Weed, si sta modificando rispetto all’età media degli acquirenti che sta salendo e rispetto al genere con boom di richieste da parte di donne over 35 che rappresentano un nuovo bacino d’utenza.

Sulle motivazioni di questo aumento rilevante di richieste di cannabis light, ovvero senza principio attivo psicotropo THC, la ricerca di Fortin ha evidenziato che i giovani tra i 18 e i 22 anni provano il prodotto, anche se i maggiori consumatori sono gli over 30, anche perché hanno più potere di acquisto, con una spesa media, per i consumatori regolari, di 50 euro al mese. Ma è un prodotto usato anche dagli anziani: in Italia fino ai 70 anni e in Francia anche gli ottantenni, una differenza che può essere data dal fatto che in Francia si fa molta fatica a reperire cannabis medicinale in farmacia”.

Infine, sui motivi per cui viene utilizzata la cannabis light, si osserva che un largo uso esiste anche per sostituire altre sostanze: uno su due la compra per sostituire la cannabis con THC, nella maggior parte dei casi perché durante la pandemia non riuscivano ad acquistarla, e per ridurre l’uso. Poi viene usata in sostituzione del tabacco (una persona su dieci) e anche per ridurre bevande alcoliche o farmaci come gli antinfiammatori, analgesici, rilassanti e sonniferi, e infine sostanze come eroina e derivati dell’oppio.