Solo fino a questa domenica è possibile assitere al Teatro Manzoni all’attuale ed esilarante commedia “Il marito invisibile”, interpretata da Maria Amelia Monti e Marina Massironi.
Uno spettacolo dal ritmo incalzante, dove ciò che sembra un nonsense assurdo e intangibile si rivela molto più concreto di quello che si pensa. Sotto la risata, a rifletterci, si nasconde una’amara metafora dell’imaterialità del tempo presente.
Una videochat fra due amiche cinquantenni, Fiamma e Lorella, che non si vedono da tempo. I saluti di rito, qualche chiacchiera, finché Lorella annuncia a sorpresa: mi sono sposata! La cosa sarebbe già straordinaria di per sé, vista la sua proverbiale sfortuna con gli uomini. Ma diventa ancora più incredibile quando lei rivela che il nuovo marito ha … non proprio un difetto, una particolarità: è invisibile. Fiamma teme che l’isolamento abbia prodotto danni irreparabili nella mente dell’amica. Si propone di aiutarla, ma non ha fatto i conti con la fatale, sconcertante, attrazione di noi tutti per l’invisibilità.
Il Marito Invisibile di Edoardo Erba è la prima commedia in videocall. Una messinscena innovativa con le attrici che recitano, sul palco, senza mai guardarsi avvolte da uno sfondo completamente blu; in alto, invece, appaiono in due grandi schermi mentre sono nelle loro case come a dire che la realtà virtuale supera la realtà ordinaria. Un’esilarante commedia sulla scomparsa della nostra vita di relazione con le due protagoniste che ci accompagnano, con la loro personalissima comicità, in un viaggio che dà i brividi per quanto è scottante e attuale.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.