Jordi Galcean porta sulla scena del Teatro Manzoni, l’attualità del colloquio di gruppo per una posizione lavorativa.I quattro candidati per un posto manageriale, si troveranno quindi ad essere gli uni contro gli altri, nel disperato tentativo di aggiudicarsi la tanta aspirata posizione di prestigio.
Pronti a tutto pur di raggiungere l’obiettivo, i protagonisti saranno oggetto di sottili giochi psicologici e si vedranno attori di colpi bassi e ciniche battute.
Lo spettacolo riesce a catturare, estremizzandola, l’estrema ipercompetitività che permea la società contemporanea, ove personalità, pudore e privato, vengono sacrificati all’altare di ricchezza e riconoscimento sociale. Individui che regrediscono ad uno stato animale sempre pronti all’attacco, spesso in maniera subdola e crudele, pur di ottenere qualcosa di effimero come il successo.
Comportamento volto a mascherare un recondito senso di insicurezza e un’indole debole. Fa riflettere che tali comportamenti di sopravvivenza siano messi in atto da manager, ovvero persone che hanno già un certo status sociale, non dettati dalla disperazione di ottenere un posto di lavoro, ma per il proprio sostentamento narcisistico.
Spettacolo sicuramente apprezzabile e nel quale, la staticità della scena non risulta particolarmente tediosa, se si eccettua la componente psicologica contenuta. Unica pecca è la difficoltà a seguire le battute degli attori in movimento non dotati di microfono.

Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.