Non è facile interpretare una storia raccontata ormai da circa tremila anni, ma le sapienti doti narrative di Francesco Nicolini hanno magistralmente saputo riadattare il testo scritto da Valerio Massimo Manfredi, in un “monologo” che ha saputo intrattenere lo spettatore senza farlo mai annoiare, se non in alcuni piccoli e brevi tratti.
Certo è che la bravura di Sebastiano Lo Monaco ha fatto il resto.
L’abilità poi dei musicisti ha reso così reale anche il “rumore che una guerra fa” da risvegliare le nostre coscienze mettendoci di fronte al fatto che le guerre ci sono ancora e potremmo essere noi quell’Ulisse, quel Nessuno che non vorrebbe mai combattere ma soprattutto non vorrebbe mai veder morire nessuno dei suoi amici.
La parte finale, dove Ulisse è già a casa, è la mia parte preferita
Assolutamente da vedere soprattutto se non si è mai letto il libro; ma perché non è mai scontato ripetere che le guerre non si devono fare.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.