Al Teatro Nuovo dal 2 al 5 Luglio e in replica dal 21 al 25 Settembre, è in scena The Puppetry of the Penis, che può essere tradotto dall’inglese come “il fare marionette con il pene”… spettacolo adattato per il pubblico italiano dalla regia di Claudio Insegno dall’originale del duo comico australiano Simon Morley e David Friend che lo porta con successo in scena da quasi un ventennio.
Uno spettacolo vietato ai minori di 18 anni. Pornografia? Il nudo in teatro non è cosa nuova, né tanto meno sconcertante, quindi non direi. Arte? Sono convinto che un’espressione artistica, in qualsiasi forma si presenti, sia qualsiasi manifestazione con voglia comunicare qualcosa, che il fruitore capisca o meno il messaggio. Se ne “I monologhi della Vagina”, il tema è chiaro ed anche profondo, francamente, in questo spettacolo, il messaggio mi è alquanto oscuro.
In un’ora, che sembra interminabile, due uomini, intrattengono il pubblico completamente nudi, cercando di inscenare brevi racconti, utilizzando i propri peni quale mezzo per creare personaggi e/o oggetti (a loro detta, degli “origami genitali”), ripresi e ritrasmessi sul maxi-schermo posizionato alle loro spalle, in modo da essere certi che il pubblico non si perda assolutamente nulla.
La mia impressione è di uno spettacolo imbarazzante, con “attori”, assolutamente non dotati… Non c’è dubbio sia una performance difficile, senza il supporto di scenografie, costumi o musica, necessita di una notevole presenza scenica al fine di mantenere il pubblico coinvolto, qualità che i due personaggi non hanno certamente dimostrato. Ci sono state risate del pubblico, ma era alquanto chiaro l’imbarazzo della platea che alla conclusione è scattato in piedi dirigendosi verso l’uscita più vicina. Come se non bastasse, non è mancato il momento di coinvolgimento fisico del pubblico femminile, fatemi osservare che la stretta di mano delle malcapitate è quantomeno poco igienica!
Posso dire, con un certo rammarico, ma con certezza, che questo spettacolo è il più brutto che io abbia visto in questa stagione teatrale, non avrei mai pensato, ma batte per fastidio nella fruizione, anche Divine Parole. Assolutamente da evitare!
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.