Dal 21 al 25 settembre 2016 al Teatro Carcano di Milano va in scena il musical LOVE STORY.
Nel 2010 fu presentato al Festival di Chichester, a Londra.
Dopo il grande ed entusiasmante successo di Londra è sbarcato negli Stati Uniti ed infine in Olanda con un tour di oltre 150 repliche (per la produzione di Stage Entertainment).
Il musical è tratto dal film cult degli anni ’70 (diretto da Arthur Hillere e prodotto dalla Paramount Pictures). Il film fu tratto dall’omonimo romanzo di Erich Segal edito in Italia da Garzanti
Per un pubblico romantico e voglioso di sognare e che non si vergogna di piangere in mezzo a degli sconosciuti, a Milano c’è il musical ideale.
Lo spettacolo, che va in scena al Teatro Carcano di Milano, in un unico atto della durata di un’ora e mezzo, è accompagnato dal vivo da un’orchestra da camera di sette elementi (quintetto d’archi, piano e chitarra acustica). Ed è proprio l’orchestra dal vivo che ne fa uno spettacolo vincente. I musicisti, vestiti di bianco, celati dietro una tenda di tulle bianco creano quell’atmosfera triste romantica e malinconica che caratterizzano la storia.
Complimenti brillanti alla scenografia.
Un mio personale complimento va a Fabrizio Corucci nei panni di Phil Cavalleri, il padre di Jennifer.
Un bravi ragazzi a tutti gli attori, registi, costumisti e a tutti coloro che hanno lavorato davanti e dietro le quinte.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.