E’ stato reso noto il cartellone per la stagione scaligera 2018-2019. A presentarlo, oltre a Giuseppe Sala nella duplice veste di sindaco di Milano e Presidente del cda del Teatro, il sovrintendente e direttore artistico Alexander Pereira e il direttore musicale Riccardo Chailly.
Più che di stagioni artistiche, da qualche tempo, si parla piuttosto di una lungimirante visione pluriennale che abbia come aspirazione la completezza della programmazione, insieme con la riscoperta di opere dimenticate e lo studio su quelle più rappresentate. Negli ultimi anni il repertorio italiano si trova al centro di tale programma culturale, ovviamente per la sua vastità e importanza internazionale, ma anche per il ruolo stesso della Scala di portabandiera della tradizione nazionale. Su quindici titoli presentati, nove sono nuove produzioni e due le prime.
Ad aprire la stagione, Attila di Giuseppe Verdi, titolo centrale di una ripensata trilogia giovanile, molto meno rappresentata delle due più mature, che ha avuto inizio con la rappresentazione di Giovanna d’Arco nella stagione 2015/2016 e presumibilmente proseguirà con Macbeth. L’opera, diretta da Riccardo Chailly con la regia di David Livermore e un cast con vocalità di spessore, presenterà alcune novità nel terzo atto: la romanza Oh dolore! Ed io vivea composta da Verdi per la prima esecuzione alla Scala, sostitutiva di quella più conosciuta, e l’inserimento di cinque battute composte da Giochino Rossini per la sua versione di Attila del 1865. Si riconferma anche quest’anno il sodalizio tra la Scala e la Rai, infatti la serata inaugurale del 7 dicembre verrà ripresa e trasmessa su Rai1 e in versione stereofonica su Radio3.
Per continuare su Verdi, verrà ripresa La Traviata diretta da Myung-Whun Chung con la celebre regia di Liliana Cavani e Marina Rebeka nel ruolo di Violetta.
Dopo l’ultima rappresentazione alla Scala del 1978 che vide il debutto sul podio del venticinquenne Chailly, torna I Masnadieri, diretto da Michele Mariotti e con lo scozzese David McVicar alla regia.
A chiudere i titoli verdiani, la ripresa del Rigoletto di Gilbert Deflo del 1994, che, sotto la direzione di Nello Santi, vedrà in scena i giovani dell’Accademia della Scala a fianco del protagonista interpretato da Leo Nucci, il quale, dopo più di 500 recite nel ruolo, dirà addio alla parte del tragico giullare proprio in questa occasione.
Ecco dunque che, per il ciclo pucciniano diretto da Chailly, dopo Turandot, La Fanciulla del West e Madama Butterfly, arriva Manon Lescaut mentre nella stagione successiva vedremo Tosca. Manon Lescaut, con la regia di David Pountney, sarà alla Scala, dopo un’attenta ricerca musicologica, nella sua prima versione del 1893 al Teatro Regio di Torino, con cinque inserti in musica sconosciuti alla versione moderna e di complessa esecuzione neo-novecentesca, come il concertato sul tema di Donna non vidi mai nel Finale I.
Prosegue il “Progetto Accademia” con Prima la musica poi le parole di Antonio Salieri per la regia di Nicola Raab, in dittico con Gianni Schicchi di Giacomo Puccini con la regia di Woody Allen nella versione del 2015, entrambi diretti da Ádám Fischer.
Per il progetto dedicato al genere virtuosistico del Belcanto, sono in programma La Cenerentola di Giochino Rossini nella ormai classica versione del compianto regista Jean-Pierre Ponnelle, ripresa qui da Grischa Asagaroff, il quale cura anche la regia de L’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti, diretto da Michele Gamba. Quest’ultimo titolo, con lo stesso regista, diretto da Pietro Mianiti e recitato dai giovani talenti dell’Accademia, farà parte del progetto “Grandi Opere per piccoli”: strutture drammaturgiche riviste a misura di bambino perché il Teatro sia sempre più un posto accessibile e inclusivo.
Il repertorio internazionale si aprirà con Chovanščina di Modest Petrovič Musorgskij in un progetto estetico moderno ma rispettoso della tradizione russa, diretto da Valery Gergiev e con Mario Martone alla regia.
Due saranno i titoli di Richard Strauss, mentre Wagner tornerà solo dall’anno prossimo. Il primo, Ariadne auf Naxos (Arianna a Nasso) con la regia del giovane britannico Frederic Wake-Walker e la guida musicale dello straussiano Franz Welser-Möst , vedrà lo stesso Pereira, in qualità di direttore del Teatro, nel ruolo parlato del maggiordomo, che assume così un doppio significato. Il secondo lavoro straussiano, con lo stesso direttore, sarà Die agyptische Helena (Elena in Egitto), opera mai approdata alla Scala, in una nuova produzione di Sven-Eric Bechtolf
Il ciclo mozartiano prosegue in questa stagione con Idomeneo diretto da Christoph von Dohnányi, qui pensato come opéra-ballet e firmato da Matthias Hartmann.
Seconda produzione inedita per il teatro è Die tote Stadt (La città morta) composta dall’allora ventitreenne Eric Wolfgang Korngold. A dirigere l’allestimento di Graham Vick ci sarà Alan Gilbert.
Per il quadro contemporaneo, dopo la prima assoluta di György Kurtág del prossimo novembre 2018 (Fin de partie è stato finalmente terminato e consegnato dopo anni di presenza in calendario), è necessario che i pezzi contemporanei abbiano la possibilità di entrare in repertorio dopo le grandi prime che li presentano al mondo, per questo verrà riproposto Quartett, lavoro di Luca Francesconi del 2011, nell’allestimento di Alex Ollé de La Fura dels Baus con il giovane Maxime Pascal sul podio.
Infine, Giulio Cesare di Georg Friedrich Händel sarà la prima proposta di un ciclo di opere per il “Progetto Barocco” sugli strumenti storici in collaborazione con con Cecilia Bartoli, artista che ha dato un contributo fondamentale allo studio e alla diffusione del repertorio Settecentesco, qui anche protagonista con un grandissimo cast e la direzione di Giovanni Antonini per la regia di Robert Carsen.
La nuova Stagione di Balletto, presentata da Frédéric Olivieri, direttore del Corpo di Ballo, offre sette produzioni per un totale di nove balletti. Due saranno i titoli in prima nazionale e una nuova creazione in prima assoluta.
Inaugura la stagione Lo schiaccianoci di Čajkovskij con la firma di George Balanchine per un balletto mai messo in scena in Italia. George Balanchine’s The Nutcracker®, tra le più famose produzioni del titolo russo, vedrà qui coinvolto il Corpo di Ballo del Teatro e i più piccoli allievi della Scuola.
A seguire, in prima assoluta, Winterreise (Viaggio d’inverno), dai Lieder di Franz Schubert, la nuova creazione di Angelin Preljocaj con il Corpo di Ballo della Scala, che si innesta nel ciclo sulla musica da camera.
Un altro nome di spicco sarà quello di Wayne McGregor con il debutto nazionale di Woolf Works, pluripremiato successo commissionato dalla Royal Opera House di Covent Garden nel 2015. Ispirato ai lavori letterari di Virginia Woolf, con la partitura di Max Richter, vedrà protagonista Alessandra Ferri accanto a Federico Bonelli (Royal Ballet).
Torna alla Scala La Bella addormentata di Čajkovskij, con la versione di Rudolf Nureyev, sulla scena in cui nacque in prima assoluta nel 1966. Con i costumi del premio Oscar Franca Squarciapino, vedremo alternarsi nel ruolo di Aurora Polina Semionova e l’étoile scaligera Svetlana Zakharova.
Quest’ultima sarà anche Giselle nella ripresa di Yvette Chauviré della coreografia di Coralli-Perrot, lavoro che ha ottenuto grande riscontro anche nelle recenti tournée internazionali.
Si prosegue con Onegin, moderno “dramma in danza” ispirato al romanzo in versi di Aleksandr Puškin¸ riscritto da John Cranko. Con una partitura basata interamente su musiche di Čajkovskij, avrà come protagonisti per alcune recite l’étoile Roberto Bolle accanto a Marianela Nuñez (Royal Ballet).
Per finire, un trittico sulla coreografia del Novecento diretto da Felix Korobov: George Balanchine e musiche di Georges Bizet in Symphony in C, Jiří Kylián e musiche di Mozart per Petite Mort, e Maurice Béjart e musiche di Maurice Ravel per Boléro con Roberto Bolle.
A questi appuntamenti si aggiunge l’ospitalità scaligera al Tokyo Ballet, ensemble accademico che propone al pubblico giapponese il grande repertorio ottocentesco europeo, ma che al tempo stesso promuove coreografie contemporanee e originali. Porterà alla Scala The Kabuki, creato da Maurice Béjart nel 1986, con le musiche di Toshiro Mayuzumi. Oltre a questo grande successo, il Tokyo Ballet proporrà un secondo programma misto.
Per la Stagione Sinfonica sono stati presentati otto programmi.
L’impegno del direttore Riccardo Chailly è rivolto ancora una volta a Gustav Mahler, di cui dirigerà la Sinfonia n°5 e la n°6. Porterà inoltre alla Scala l’Orchestra del Festival di Lucerna, di cui anche è direttore musicale, in un concerto dedicato al FAI.
La Stagione si aprirà con Die Schöpfung di Franz Joseph Haydn in cui Orchestra e Coro saranno diretti da Ádám Fischer, fondatore del Festival Haydn di Eisenstadt nel 1987.
Ci sarà poi il debutto del giovane direttore Lorenzo Viotti con Siegfried Idyll di Richard Wagner, L’isola dei morti (op. 29) di Sergej Rachmaninov, Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy e Le poème de l’extase (op. 54) di Aleksandr Skrjabin.
Christoph von Dohnányi presenta un programma bruckneriano che accosta l’incompiuta Sinfonia n° 9 al Te Deum, ideale compimento della prima.
Si prosegue sempre con Anton Bruckner sotto la direzione di Zubin Mehta che torna alla Scala con la Sinfonia n° 5.
Myung-Whun Chung propone Ma mère l’oye e Daphins et Chloé di Maurice Ravel, insieme con la “Patetica” di Pëtr Il’ič Čajkovskij.
Ingo Metzmacher intreccia romanticismo e Novecento in un programma che contrappone Rendering di Luciano Berio da Schubert al Lobgesang di Felix Mendelssohn.
Si ricorda che nel foyer “Arturo Toscanini” proseguiranno gli appuntamenti per il ciclo “Prima delle Prime”, gli incontri ad ingresso libero pensati dal Teatro e dagli Amici della Scala come invito e preparazione per il pubblico, in cui studiosi e specialisti conversano attorno ad un opera, anche di Balletto, qualche giorno prima del debutto.
Prosegue anche quest’anno “La Scala UNDER30”, il progetto sostenuto da Intesa Sanpaolo che propone spettacoli e agevolazioni per ragazzi tra i 6 e i 30 anni, come le anteprime delle opere inaugurali di Lirica e Balletto e dell’opera contemporanea Quartett. L’impegno culturale di Intesa Sanpaolo nella diffusione dei capolavori scaligeri, e non solo, a livello internazionale ha dato inoltre vita nel 2004 alle edizioni multimediali Vox Imago, in collaborazione con Mondadori Electa e Musicom.it.
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