Eravamo molto curiosi di assistere al Rigoletto messo in scena quest’anno; uno spettacolo che sin dalla prima ha fatto parlare di sé per il calore con il quale è stato accolto, fino alla richiesta di bis. Le nostre aspettative, già di per sé alte quando si parla del Piermarini, il tempio della lirica italiana, erano quindi accentuate.
Abbiamo con piacere assistito ad una rappresentazione della scena sulla quale è stata interpretata. Ottima la direzione del maestro Nicola Luisotti, ricchi i costumi e impressionanti le scenografie della regia di Gilbert Deflo.
Buona la performance di Vittorio Grigolo (che vestiva i panni del Duca di Mantova), toccante l’interpretazione e la mimica del Rigoletto Leo Nucci, anche se, inspiegabilmente eretto (la tradizione vuole che Rigoletto sia una figura gobba e deforme, caratteristica che ne complica la recitazione del personaggio). Mi ha lasciato perplesso invece Nadine Sierra nei panni di Gilda, la giovane figlia di Rigoletto, la cui esecuzione del ruolo affidatole, a mio avviso, manca di una chiara espressività volta a creare il dovuto pathos atto a sottolineare l’amore per il padre e lo struggimento per l’inganno dell’amante, propri del suo personaggio.
Visto l’entusiasmo degli spettatori, Nucci e Sierra, hanno deciso spontaneamente di deliziare il pubblico con un bis al termine del secondo atto, mandando in visibilio il teatro che, devo ammettere, non ho mai sentito così entusiasmato.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.