Le Nuvole di Aristofane dal 17 al 29 marzo al Teatro Elfo Puccini.
Protagonisti della commedia sono un padre Strepsiade e il figlio Filippide che delapida il patrimonio paterno. Il padre per sfuggire dai debiti, giunge alla conclusione che solo con l’aiuto dei sofismi filosofici sarà in grado di ingannare i creditori e non doverli più pagare. Decide quindi di andare dal massimo filosofo ateniese: Socrate. Le lezioni, tuttavia, confondono le idee al semplice Strepsiade, che costringe Fidippide ad entrare in sua vece nel pensatoio. Qui il Discorso giusto e il Discorso ingiusto, personificati, si contendono in un agone la palma del migliore: alla fine, Fidippide sceglie il Discorso ingiusto e spiega al padre con quali mezzi può evitare di rimborsare i creditori. Dopo però lo picchia, dimostrandogli con quegli stessi mezzi di aver proprio ragione. Ma quando Fidippide minaccia di picchiare anche la propria madre, il vecchio fuori di sé, si precipita a dar fuoco al pensatoio.
Lo spettacolo, fonde teatro contemporaneo e antico. L’inserimento originale di congetture scenografiche e dialogiche reinterpreta il messaggio della commedia nel tentativo di dare risposte ai problemi dell’attuale società.
“Puoi imparare il discorso ingiusto e giusto dai tuoi stessi discorsi”
La semplice trama della parodia aristofanea, a cui le Nuvole fanno da coro, quali nuove divinità scaturite dal pensiero razionale, rimane però solo un pretesto per esprimere concetti nuovi e a volte distanti da quelli dell’autore. I puristi rimarranno perplessi, i numerosi studenti che assisteranno rimarranno confusi e terrorizzati dalla prospettiva di dover necessariamente commentare quanto hanno visto; la trasposizione che ci viene offerta fa perdere un po’ di organicità all’opera e l’inserimento di molti elementi scenici originali rischia di complicarne la comprensione generale.
Che dire degli interpreti? Roberto Abbati nella figura di Strepsiade e Gigi Dall’Aglio in quella di Socrate insieme alle “Nuvole” Cristina Catellani e Laura Cleri si dimostrano grandi professionisti della scena, ma tutta la compagnia merita un applauso. I costumi sono strepitosi, come lo sono le musiche e l’impianto scenico.
Da vedere senza preconcetti, onde evitare mal di testa successivi; in cambio si godrà di una serata intensa e perché no divertente, in cui la mente si riempirà di pensieri e riflessioni sull’uso e l’abuso della cultura e del sapere in generale.