Non è quello che vidi che mi fermò è quel che non vidi. … lo cercai ma non c’era … non c’era una fine. …Quel che non vidi è dove finiva tutto quello.

Pensa a un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono.

Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro questi tasti, infinita è la musica che puoi suonare.

… su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita …

Allora su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare.

Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla?

Il mondo non scorre solo per le strade di enormi o piccole città o su campi sterminati di un piccolo villaggio di campagna.

Il mondo può anche fluire nel salone di prima classe, nel salone comune di terza classe o nella sala macchine di un piroscafo che trasporta circa 1.000 persone nella traversata dall’Europa all’America; così avanti e indietro per tutti gli anni della sua vita.

Ogni passeggero, che si imbarca sul Virginian, racconta un pezzo di mondo che scorre li fuori. Lui li ascolta, li fa suoi, li mette tutti insieme, e riesce a sentire anche l’odore di una strada o vedere i battelli affacciato al pont neuf a Parigi.

E in ogni traversata ci sarà sempre qualcuno che vede “L’Americaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”.

Danny Boodman T.D. Lemon Novecento non è mai sceso dal Virginian eppure è capace di raccontarti tante di quelle cose che ci sono oltre il molo sparse per il mondo.

Danny Boodman T.D. Lemon Novecento venne lasciato neonato, in una scatola, sul pianoforte del salone di prima classe. Non piangeva ma sorrideva. Lo trovò un macchinista e da quel giorno diventò suo figlio. Gli diede il nome “Novecento” perché era la prima cosa bella che succedeva in quel nuovo secolo.

E il pianoforte sarà per Danny Boodman T.D. Lemon Novecento ciò che lo consacrerà a leggenda della musica.

A raccontarci la storia, in un monologo è Eugenio Allegri. Non a caso. Perché Baricco, nella prefazione del libro, dichiarò di aver scritto il testo per “un attore”, fece nome e cognome. E che dire aveva ragione.

Si esce dal Teatro un po’ storditi, perché durante tutto lo spettacolo non ci si è sentiti seduti difronte ad un palco NO ci è sembrato di essere in uno di quei bar del molo a sentire raccontare dal vivo una storia da uno che veramente ha conosciuto Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, li incapaci di muoversi o quasi di respirare per non perdersi nemmeno una virgola della sua vita.

Standing ovation.