Originalissima la scelta dei brani dell’ultimo Concerto Pasquale offerto dall’Associazione Mozart Italia di Milano.

Il primo brano proposto, ovvero la Sinfonia al Sacro Sepolcro di Vivaldi RV 169 in Si minore, ha sorpreso il pubblico per l’esecuzione dolorosamente struggente. Questa breve Sinfonia basata su pronunciate dissonanze è risultata molto interessante per la genialità e l’intensità espressiva.

A questa è seguita “La morte di Åse”, il brano che segue il celeberrimo “Il mattino” nella prima Suite del Peer Gynt (1888) e che illustra, attraverso un’incessante ripetizione di un primo tema ascendente e di un secondo discendente, un brano del poema drammatico di Henrik Ibsen: la richiesta di Peer Gynt per l’accoglimento nella pace celeste (il castello) della madre morta. “Come sarebbe a dire, signor San Pietro? La mamma non può entrare? Ti dico che puoi cercare un pezzo prima di trovare un cuore così buono”. L’interpretazione è stata veramente intensa e toccante ed è stata bissata al termine del programma.

Di tutt’altro carattere il Concerto vivaldiano in La maggiore RV 158. Nel primo tempo la vitalità melodica dei vari episodi, le varianti a cui questi vengono sottoposti nelle diverse riesposizioni, le imitazioni fra le parti e l’esuberanza delle progressioni assicurano agilità ed interesse all’intero movimento. L’Andante molto, in la minore e in forma tripartita, costituisce, nella sua spiccata cantabilità una parentesi lirico-espressiva inserita tra i due tempi veloci, mentre l’incisività ritmica dell’Allegro finale chiude il pezzo nella trascinante e luminosa vivacità con la quale terminano la maggior parte dei concerti vivaldiani.

La seconda parte del concerto è iniziata con l’Adagio e Fuga KV 546 in Do minore di Mozart. Il lavoro, in parte ispirato allo stile contrappuntistico di Johann Sebastian Bach, è stato delineato con estrema chiarezza e pulizia formale dall’orchestra ed è stato, a nostro parere, il pezzo in assoluto più riuscito del concerto.

La seguente Sinfonia per Archi n° 10, scritta da Mendelssohn nel 1822, all’età di circa 13 anni ha nel succedersi di movimenti sempre più veloci uno spirito delicato e al tempo stesso vivace. Anche in questo caso l’esecuzione ha reso bene la leggerezza e l’entusiasmo giovanile dell’autore.

Da ultima è stata eseguita la Serenata KV 525, una delle composizioni più famose di Mozart che ne terminò la composizione nel 1787 durante il suo impegno nel “Don Giovanni”. Anche se il termine “serenata” indica un genere legato alla musica popolare siamo qui di fronte ad un sofisticato lavoro per orchestra da camera, molto impegnativo dal punto di vista esecutivo.

Sintetizzando: un’altra prova convincente dell’orchestra dell’Associazione Mozart Italia di Milano, diretta da Bernardi con grazia non priva di intensità.