Al Teatro Nuovo di Milano fino a domenica 3 mazro sono in scena le ultime repliche per Moni Ovadia nei panni di Tevye nel classico “Il Violinista sul Tetto”.

Al Teatro Nuovo di Milano fino a domenica 3 mazro sono in scena le ultime repliche per Moni Ovadia nei panni di Tevye nel classico “Il Violinista sul Tetto”.

Dopo il successo del 2003 torna al Teatro Nuovo di Milano Il Violinista sul tetto la commedia musicale tratta da un racconto di Sholem Aleichem, uno dei capolavori assoluti del teatro musicale americano. Il suo carattere di intensa e profonda umanità unitamente alle radici culturali della storia e delle musiche hanno fatto di questo spettacolo un evento tra i più rivoluzionari nel panorama teatrale degli anni sessanta, contribuendo ad aprire insieme a West Side Story, una nuova era per il musical di Broadway.

In scena nei panni del protagonista, torna Moni Ovadia che firma anche la regia. La vicenda è tratta da una delle storie di Solomon J Rabinowitz, scrittore di origine ebraica nato a Pereyasle in Ucraina nel 1859 divenuto celebre per i racconti umoristici in lingua Yiddish scritti con lo pseudonimo di Sholom Aleichem. Nato in una famiglia di negozianti, Rabinowitz trascorse la propria giovinezza nella vicina città di Voronkov, ricordata in molti suoi futuri racconti.

Tevye, il lattaio del piccolo e ridente villaggio di Anatevka nella Russia zarista dei primi del novecento è un personaggio sorprendentemente semplice e saggio, ricco di una sconfinata bontà e fiducia nel genere umano, Tevye alterna rocambolesche situazioni a solitari monologhi con Dio. Intorno a lui la moglie Golde, le figlie in età da marito e tutta una serie di personaggi, gli abitanti del villaggio, creati con una singolare e poetica umanità. Un microcosmo di persone che ruota intorno a precise convenzioni sociali e religiose, quelle della tradizione ebraica, danzando la propria vita tra gioie e preoccupazioni sino alla triste e ingiusta fine con la persecuzione e l’esilio.

Uno spettacolo che preserva lo spirito e l’umorismo ebreo e della storia a tinte dolce-amare che racconta, impreziosito dagli ampi spazi musicali con gli interpreti in scena ed i testi cantati in yiddish.

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