Il palco del Teatro Leonardo di Città Studi Milano fino al 24 marzo è animato dalla comicità sonora del gruppo Rimbamband.
Manicomic è l’ennesima sfida del gruppo comico e teatral-musicale pugliese formato da Raffaello Tullo, Renato Ciardo, Nicolò Pantaleo, Francesco Pagliarulo e Vittorio Bruno. Cinque maestri di un genere di teatro in cui la maschera e la comicità vanno a braccetto con la giocoleria, la clownerie, il mimo, il tip tap e la straordinaria capacità musicale di ogni strumentista.
In scena, in un imprecisato luogo di cura, un medico segue i suoi quattro pazienti più gravi, affetti da varie patologie: Renato ha frequenti disturbi di personalità multipla, Francesco, il “Rosso”, è un po’ Dottor Jekyll e Mr. Hyde, Vittorio è un alcolizzato cronico, mentre Nicolò ha una grave forma di “neomelodite” ossessiva compulsiva. Come combattere tutto ciò? Con la musicoterapia, l’ippoterapia, l’elioterapia, lo sport e lo psicodramma, ossia la cura delle nevrosi attraverso l’improvvisazione teatrale. Ce n’è di che uscire pazzi, insomma! Un medico e quattro pazienti in uno show delirante, surreale, esilarante come solo i cinque artisti pugliesi sanno fare.
Sul palco la scenografia è completata da un led-wall, utilizzato in maniera creativa, in puro stile Rimbamband. E stavolta sono proprio gli oggetti a diventare degli strumenti musicali: palloni da pallavolo, case-contenitori, palloncini e campanelli. Ma non solo: si gioca con la “table percussion”, il tip tap e tanto altro ancora.
Spettacolo adatto a tutta la famiglia, per una serata spensierata in cui fare grasse risate intermezzate dall’allegria della musica suonata dal quintetto, capace di trasformare in strumento musicale un semplice sacchetto della spesa.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.