Chi è pazzo? Chi è normale?
Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici.
Chisciotti e cavalieri erranti, sparpagliati per il mondo o chiusi dentro le mura, sono sempre gli stessi, quelli di un tempo, quelli di oggi e quelli di domani, savi e pazzi, eroi e insensati. Non sono venuti al mondo per vivere meglio o peggio. Quando l’universo nella solitudine si abbandona alle proprie miserie, loro pronunciano parole di giustizia, d’amore, di bellezza e di scienza. Chi si rende volontariamente schiavo non maledice l’esistenza.
Fernando Arrabal, Uno schiavo chiamato Cervantes
La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani. L’animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale. È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede e ci forma, in una rete di regole pre-determinate che, a loro volta, ci determinano? Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete – avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’immaginazione – sono stati spesso considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte.
Alessio Boni
E io dico che Don Chisciotte e Sancho vennero al mondo affinché Cervantes potesse narrare la loro storia e io spiegarla e commentarla, o meglio, affinché Cervantes la raccontasse e la spiegasse e io la commentassi.
Può raccontare, spiegare e commentare la tua vita, mio caro Don Chisciotte, soltanto chi è stato contagiato dalla tua stessa follia di non morire.
Allora, intercedi in mio favore, o mio signore e padrone, affinché la tua Dulcinea del Toboso, ormai disincantata dalle frustate di Sancho, mi conduca mano nella mano all’immortalità del nome e della fama. E se la vita è sogno, lasciami sognare per sempre!
Miguel de Unamuno, Vita di Don Chisciotte e Sancho
DON CHISCIOTTE
28 febbraio – 5 marzo
Teatro Manzoni
Via Alessandro Manzoni, 4
Nato nel 1872 con il nome di Teatro della Commedia e intitolato l’anno successivo ad Alessandro Manzoni a seguito della sua scomparsa, il Teatro Manzoni rappresenta un punto fermo nella vita culturale milanese e italiana. Collocato nel centro di Milano, nel cuore del quadrilatero della moda, a poca distanza da via Montenapoleone e Piazza della Scala, il Teatro è stato concepito con la sua attuale struttura nel 1950. Gli ampi spazi dell’atrio, l’elegante foyer e la sala teatrale sono l’esito della collaborazione con alcuni tra i più importanti artisti dell’epoca. Dal 1978 è parte del Gruppo Fininvest il quale, intervenuto per preservare la storica sala dalla trasformazione in spazio commerciale, contribuisce da oltre 40 anni a sostenerne l’attività consolidandone identità, immagine ed offerta. Il tratto distintivo del Manzoni è quello di saper offrire al proprio pubblico i diversi registri della recitazione: dalla prosa alla comicità, dalla commedia brillante al teatro classico dei grandi autori, senza tralasciare le proposte per il pubblico delle famiglie e dei bambini, le discipline artistiche legate al linguaggio del corpo e la musica. La storia del Teatro si intreccia da 150 anni con quella di Milano, una città sempre pronta ad affrontare il futuro con ottimismo e spirito di iniziativa. Al Manzoni quello spirito non è mai mancato e si rinnova ogni sera, quando il sipario si apre e si ripropone la grande magia del teatro.