In scena dal 12 al 29 marzo 2015 al Teatro Sala Fontana a Milano, Le intellettuali di Molière, regia di Monica Conti, anche interprete, con Maria Ariis, Stefano Braschi, Marco Cacciola, Federica Fabiani, Miro Landoni, Angelica Leo, Roberto Trifirò, Carlotta Viscovo.
Le intellettuali è un testo sul valore e sul significato della cultura all’interno della società. Molière lo scrive un anno prima della sua morte, in un periodo in cui sente che la sua popolarità comincia a vacillare.
La compagnia Elsinor mette in scena un Molière meno rappresentato, con la regia Monica Conti titolo originale “Les femmes savantes” (Le donne sapienti).
La trama si snoda tra Clitandro che vuole sposare Enrichetta, sorella di Armanda (che già aveva rifiutato il giovane) e i genitori della ragazza, Crisalo e Filaminta, che non si trovano d’accordo soprattutto perché la madre, dispotica, amante della cultura e della scienza, vorrebbe darla in sposa all’opportunista Trissottani, un mellifluo uomo di pseudo-cultura, pedante e vanesio idolatrato da lei, dalla sorella Belisa e dalla figlia Armanda. Trissottani alla fine, si tirerà indietro a causa della falsa notizia che annuncia che la famiglia della presunta ereditiera è caduta in rovina.
Le Intellettuali, è un testo oggi poco rappresentato. E sentendolo recitare, si capisce il perché: l’intreccio datato e schematico (due fazioni, quella degli intellettuali e quella dei materialisti, nozze ostacolate, rivelazioni, colpi di scena e lieto fine), il finale è buttato in scena velocemente ed i personaggi grotteschi, quasi una caricatura di loro stessi, ne fanno una commedia decisamente minore.
Ma l’adattamento registico di Monica Conti, diretto, passando di personaggio in personaggio, senza un unico protagonista, ci fa scoprire dei temi interessanti come la ricerca del potere attraverso la retorica, con un omaggio sfrontato all’umana stupidità.
Il testo non salva nessuno, l’arma dell’ironia è difficile, questo spettacolo è una finta commedia, ed è in realtà una specie di dramma da camera. Eppure, nonostante esso manchi di forte attrattiva, c’è una critica di fondo che forse va ascoltata.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.