“…ciò non significa che il sole non possa brillare. Percorri la via che porta al sole, e non camminare sui sentieri oscuri.”
Roger Waters – Making the Dark Side of the Moon
The Pink Floyd Legend (PFL), la tribute band ben nota al pubblico per l’elevata qualità delle performance musicali e canore, nonché per la cura dei dettagli nella pianificazione dei concerti, festeggia i suoi 10 anni, portando in scena il mitico The Dark Side of the Moon, disco del 1973, senza dubbio il più conosciuto e di successo della band britannica, e lo fa ospitando sul palco la vocalist originale dei Pink Floyd, Durga Mc Broom.
Palco allestito con schermo circolare sul quale vengono proiettati i video dell’epoca a supporto visivo della musica e sul quale viene messo in onda uno spezzone della video intervista Making the Dark Side of the Moon. Fedeltà all’originale nei particolari, dalla disposizione dei musicisti sul palco, all’utilizzo dell’attrezzatura dell’epoca (amplificatori, sintetizzatori e tastiere) fino alla schizzata incursione sul palco del tecnico audio-video Andrea Arnese vestito da professore del film The Wall, imbracciando un keytar bianco, citando Thomas Dolby nello storico concerto The Wall Live in Berlin del 1990.
Due ore ininterrotte di rock in puro stile Pink Floyd in un concerto che si può dividere in 3 parti, la prima dedicata ai grandi classici del gruppo, solo per citarne due Another Brick in the Wall part 2 e Shine on You Crazy Diamond, la seconda che ripropone integralmente le tracce di The Dark Side of the Moon. Bis caratterizzato dal nuovo, in cui la band popone un estratto di The Endless River, recente album di studio pubblicato nel 2014.
Si sono vissute grandi emozioni, trattenendosi a fatica seduti al proprio posto senza cedere all’istinto di lanciarsi in una danza scatenata sulle note di una band leggendaria che PFL ha ancora una volta saputo portare in scena conservandone la freschezza, musicalità e genialità in un contesto moderno.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.