Al Teatro Carcano di Milano torna la comicità in lingua veneta di Carlo Goldoni, con la rappresentazione de Il Bugiardo.

Il giovane Lelio Bisognosi, figlio del mercante veneziano Pantalone, appena giunto insieme al suo servo Arlecchino nella città natale di Venezia dopo aver passato vent’anni presso uno zio di Napoli, si imbatte in Rosaura e Beatrice, le figlie del Dottor Balanzoni, che in assenza del padre sono sul terrazzino di casa intente a godere di una serenata dedicata ad una di loro da un incognito ammiratore.

Il giovane non si fa sfuggire l’occasione, e si presenta alle due fanciulle sotto le spoglie di un ricco marchese, appropriandosi della paternità della serenata, senza rivelare tuttavia a chi fosse diretta, in modo da conquistare entrambe. Balanzoni, tornato a casa, accusa falsamente le ragazze di di aver introdotto in casa un forestiero, disonorando così il buon nome della famiglia. Ne consegue che Ottavio non ne vuole più sapere di Beatrice e l’accordo tra Balanzoni e Pantalone di dare in sposa Rosaura a Lelio sembra essere compromesso. Quest’ultimo innamoratosi sinceramente di Rosaura, ma non sapendo che è proprio lei la sua predestinata, inventa di un finto matrimonio e di un figlio a Napoli.

Il groviglio di bugie sempre più fantasioso di Lelio si stingerà a tal punto da non venirne a capo. Quale shock quando viene a sapere che la sua futura moglie sarebbe dovuta essere proprio Rosaura… ma a questo punto, un nuovo colpo di scena. Arriva a Venezia una donna romana cui egli fece promessa di matrimonio, cui oramai non può più sottrarsi.

Qui è contenuto tutto il significato di questa leggera commedia: “Goldoni ammonisce contro i pericoli della menzogna, arma a doppio taglio che immancabilmente si ritorce contro chi la usa.” A nulla servirà oramai fare ammenda promettendo di non mentire mai più.

Viva le bugie

Viva le panzane

Viva le spiritose invenzioni