Sullo sfondo di una famiglia avida di successo e soldi, brucia ardentemente l’amore di Maggie per suo marito Brick, ex sportivo fallito ed alcolizzato.
Egli ha iniziato a bere a seguito della morte suicida del suo più caro amico Skipper, il quale, in un triangolo ideale, ha avuto una relazione con Maggie anche se presumibilmente innamorato dell’amico.
Alla serata organizzata per festeggiare il compleanno del burbero patriarca, gravemente malato, si riunisce anche il fratello di Gooper con la consorte Mae, con la quale condivide un’apparente felice e prolifica vita di coppia.
L’avidità umana non risparmierà nemmeno il prete amico di famiglia, che invece di dimostrare l’attesa carità cristiana si denota per l’attrazione indirizzata ai beni materiali del capofamiglia e non alla sua anima ed il medico di fiducia che si dimostra un approccio al dolore, indifferente e burocratico.
Sarà una serata carica di tensione, nella quale prevarranno i secondi fini dei coniugi Gooper-Mae, intenzionati ad impossessarsi dell’intera eredità a discapito di Brick, preferito dal padre, il quale sarà tuttavia l’unico sinceramente disinteressato dalla competizione per l’attenzione ed il potere del padre, preferendo evadere della realtà rifugiandosi nel confortevole stordimento dell’alcool, purtuttavia mostrando momenti di cruda lucidità.
Uno spettacolo statico, dal procedere lento e dall’evoluzione complessa e contrastante, che porta lo spettatore ad una riflessione sul lato subdolo della morale umana arrivando quasi, come Brick, ad percepire l’ “acuto e inconfondibile odore dell’ipocrisia”.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.