Tratto integralmente dall’indiscusso capolavoro di Dino Buzzati va in scena, presso il Teatro Menotti, la sorprendente rappresentazione de Il Deserto dei Tartari.
Lo spettacolo si è arricchito, oltre che dai disegni dello stesso Buzzati, anche di alcuni testi tratti dal libro dello stesso scrittore. Sono gli stessi attori a recitarli, e, contemporaneamente vengono riprodotti sullo sfondo delle scenografie. Testi che hanno reso lo spettacolo non solo più bello ma anche più denso.
Il soggetto protagonista di questa storia è Giovanni Drogo, giovane tenente che viene inviato presso la Fortezza Bastiani. La Fortezza si trova in cima ad una montagna e tutto intorno ad essa il nulla. Praticamente un deserto. La Fortezza, un giorno gloriosa postazione militare, a difesa di una frontiera ambita dai nemici, appare ora abbandonata e dimenticata.
Già appena arrivato, il tenente Drogo, brama dalla voglia di andarsene, ma a seguito di un colloquio con un militare si decide a rimanere per 4 mesi. 4 mesi tanto manca alla visita militare, e a seguito di quella visita potrà dichiararsi malato e farsi dare una licenza che lo riporterà a vivere in città dove c’è la sua famiglia e dove c’è la sua vita.
A seguito della vista, dopo che il medico ha redatto il certificato attestante la malattia di Drogo, lo stesso afferma di stare bene e che desidera rimanere alla fortezza. Anche Drogo è ormai “stregato” come tutti coloro che vi abitano. È come se la stessa Fortezza gli impedisse di abbandonarla.
Drogo si è ormai adattato alla vita militare, ha finito per farsi sopraffare dalla disciplina, dal susseguirsi degli eventi sempre uguali, regolari, e la persuasione che di lì a poco il nemico arriverà l’ha portato a consegnare la propria esistenza alla Fortezza Bastiani.
Ci vorranno 15 anni prima che si renda conto che il tempo gli è sfuggito, che tutta la sua intera giovinezza è ormai sfumata.
L’arrivo del nemico ci sarà; i tanto agognati Tartari avanzeranno dalla strada della frontiera verso la Fortezza, ma Drogo, ammalato ed invecchiato verrà messo su una carrozza destinazione città. Abbandona per sempre quel luogo quella stanza dove ha passato gli ultimi 30 anni della sua vita per finire il suo ultimo giorno seduto su una poltrona di una locanda a guardare l’ultimo spicchio di cielo.
In occasione dell’anniversario dei 110 anni dalla nascita di Dino Buzzati, il Teatro Menotti dedica allo scrittore la rassegna Intorno a Buzzati. Incontri, libri e teatro.
Dal 19 al 22 gennaio studiosi, giornalisti e artisti racconteranno il mondo e le atmosfere di Dino Buzzati con una serie di appuntamenti organizzati in teatro.
PROGRAMMA AL TEATRO MENOTTI
- giovedì 19 gennaio – ore 18.00
Il deserto dei Tartari, romanzo a lieto fine
conversazione tra Lucia Bellaspiga, scrittrice e studiosa di Dino Buzzati, e gli attori della Compagnia del Teatro Stabile del Veneto
- venerdi 20 gennaio – ore 18.00
Dino Buzzati, un clandestino nella citta dei pittori
interviene Maria Teresa Ferrari, critica d’arte e studiosa dell’arte visiva dello scrittore
- sabato 21 gennaio – ore 17.00
Poema a fumetti di Dino Buzzati
con Paolo Valerio, musiche originali di Antonio di Pofi eseguite dal vivo al pianoforte da Sabrina Reale. Video proiezione di immagini originali di Dino Buzzati.
Una rilettura in chiave moderna del mito di Orfeo e Euridice, in cui l’autore parla di sè stesso, concentrando in 208 tavole a colori tutti i temi a lui più cari, a partire dall’eterno dialogo tra la vitalità e la morte.
- domenica 22 gennaio – ore 11.00
Dino Buzzati e la fortezza Bastiani: il Corriere della Sera come fonte di ispirazione per Il Deserto dei Tartari
intervengono Lorenzo Vigano e Marzio Breda, due generazioni di giornalisti del Corriere della Sera a confronto.