Milano è stata contagiata dalla febbre. Non è però causata dal freddo, la Saturday Night Fever la si prende solamente frequentando il Teatro Nuovo per i prossimi due mesi.

Tirate fuori dall’armadio pantaloni a zampa, camice col colletto largo (tassativamente sbottonata a metà), il chiodo di pelle e… un’alta dose di ormone, pronti a danzare illuminati dallo scintillio della palla stroboscopica. Non fate i furbi, so che ce li avete nascosti in fondo all’armadio e non aspettavate altro che l’occasione di indossarli!

I travolgenti ritmi delle mitiche canzoni anni ’70, quali Stayin’ Alive, How Deep Is Your Love, Night Fever, You Should Be Dancing, Disco Inferno, suonate live dall’orchestra faranno da sottofondo alle serate dell’italo-americano Tony Manero e dal suo gruppo di amici con i testa solo due cose: il ballo e le donne.

Il ballo appunto sembra il solo mezzo attraverso il quale appagare la voglia di riscatto di Tony cresciuto sulla sponda “sbagliata” del ponte di Brooklyn, ma una fatalità lo porterà a rivedere le sue priorità e lo farà maturare e abbandonare l’atteggiamento superficiale che fino ad ora lo ha caratterizzato.

Spettacolo divertente e coinvolgente, incentrato sulle musiche dei mitici Bee Gees e supportato da una affascinante scenografia multimediale. Forse il punto debole è l’ultima mezz’ora (delle oltre due di durata della performance) che cala di intensità e si spegne senza particolari emozioni.