Il teatro Sala Fontana, dal 14 al 19 Marzo mette in scena L’abito Nuovo di Eduardo de Filippo e Luigi Pirandello e regia di Michelangelo Campanale.
Questa opera è andata in scena per la prima volta nel 1937, proprio a Milano.
È una fetta di tradizione innovativa e l’incontro di due grandi maestri, che mettendo insieme i loro talenti spezzano i loro soliti schemi per dare alla luce un ibrido pieno di malizia e tragedia.
La trama è molto semplice parla di un uomo abbandonato dalla moglie, la quale diventerà una attrice famosissima, ma nonostante tutto lui la continuerà ad amare per tutto il racconto.
Il padre nel frattempo cresce una figlia “pura”, che non vuole esporre alla fama e poi all’eredità della madre.
Lo spettacolo si muove attraverso temi che nel ‘900 erano molto di voga, ma la domanda che sorge spontanea è se lo sono tutt’ora.
Un esempio è l’amore del marito, così forte da fargli sperare nel ritorno della moglie e che successivamente lo farà impazzire.
L’altra cosa strabiliante è la sua fedeltà al ricordo della moglie, che lo ha fatto rimanere per anni lontano da qualsiasi donna.
Oggi una cosa simile sembra assurda, come se fosse uscita direttamente da un’altra epoca; le relazioni sono viste come delle cose scomode che passano di moda velocemente, come una camicia che finita la stagione la si butta.
Ormai siamo abituati a pensare che tutto si può sostituire sopratutto le persone e molto spesso sono viste come macchine, che una volta rotte possono essere buttate via e non si sente il bisogno di aggiustarle.
Un altra cosa sbalorditiva dello spettacolo è il tema della “purezza” contrapposto a quello dello perversione e di come la prima sia stata facilmente corrotta dalla seconda.
Se andrete a vedere lo spettacolo avrete delle piccole sorprese, che vi spiazzeranno proprio in questa direzione.
Mi è venuto spontaneo paragonare il concetto di purezza nel 1900 e oggi, e se quel concetto è sopravvissuto.
Forse la possiamo trovare solamente nei bambini, ma nonostante i genitori cercano di proteggere al meglio delle loro possibilità, c’è la società che gli propina violenza e temi non adatti a loro e di conseguenza crescono molto più velocemente del dovuto.
Quindi non so se si potrebbe davvero parlare di “purezza”, o se questo termine è diventato troppo obsoleto e siamo troppo sofisticati per associarlo a noi.
Contrariamente lo scandalo non fa più così tanto rumore come una volta, anzi viene utilizzato per la pubblicità e ci accompagna nella nostra quotidianità.
Se andrete allo spettacolo potrete riflette su questi e molti altri temi.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.