Torna a Milano I Promessi Sposi – Opera Moderna, lo spettacolo dei record con la regia di Michele Guardì e le musiche di Pippo Flora, ed è un ritorno speciale, lo spettacolo infatti si ripresenta al pubblico con una veste rinnovata grazie anche a Luciano Cannito che ne firma, per la prima volta, le coreografie.
La trama non ha bisogno di spiegazioni e lo spettacolo rilegge un classico della letteratura italiana in chiave moderna, celebrandone valori storici, poetici e umani. La scenografia è spettacolare con otto enormi carri mobili, proiezioni, ed effetti speciali, riporta lo spettatore a vivere le suggestive atmosfere manzoniane.
Il romanzo è stato indubbiamente “svecchiato”, ma stupisce come si sia riusciti a rimanere fedeli alla stesura manzoniana dell’opera, tanto da ottenere il Patrocinio Morale della SIAE
“per l’elevata qualità artistica-spettacolare, la precisa aderenza della stesura letteraria al romanzo del Manzoni nonché per la forte carica emotiva che l’Opera è capace di suscitare nel Pubblico”.
Non sono mancati momenti di forte emozione, il duetto fra Renzo e Lucia (Ti ho cercato…ti ho aspettato) o la scena della peste a Milano con la morte della piccola Cecilia in cui la straziante disperazione della madre (Chiara Luppi) viene percepita dallo spettatore portandolo ad asciugarsi discretamente gli occhi velati dalle lacrime.
Infine come non essere fieri delle parole di “Ecco Milano” che recitano:
“…Questa, questa Milano
Dove la vita ti appartiene
Tutto è bello
C’è tutto quello
Che io sognavo
Tutto quello che cercavo,
Che volevo, immaginavo
Tutto vero, tutto qua
A Milano
Ecco, Ecco Milano
Avere un sogno
Adesso qui non è reato
Ecco la gente
Che parla e dice…”
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.