Il popolo della Scala ha dovuto aspettare 37 anni per tornare a sentire le note de I Maestri Cantori di Norimberga. Un’attesa che ha ripagato con sette rappresentazioni che vedono sul podio Daniele Gatti, una regia moderna curata da Harry Kupfer e l’ottimo cast della Opernhaus di Zurigo.
Al termine della funzione nella chiesa di Santa Caterina, il giovane cavaliere Walther Von Stolzig, innamorato della bella Eva, viene a conoscenza che il padre, Veit Pogner, ha stabilito di darla in moglie al vincitore della gara di canto del giorno seguente, cui potranno partecipare solo coloro che vantano il titolo di “maestro cantore”.
Walther, sostenuto da Pogner, si presenta al cospetto dell’assemblea dei maestri cantori per sostenere la prova di canto per essere accolto nella corporazione. L’innovatività dell’inno alla primavera intonato dal giovane farà tuttavia inorridire i membri ed in particolare il censore Beckmesser, il quale ambisce alla mano di Eva ed è dato per favorito.
Il calzolaio Hans Sachs è l’unico che rimane colpito dal componimento di Walther e, seppur anch’esso innamorato di Eva, decide di aiutare i due giovani. Un sogno fatto nella notte da Walther, diventerà con l’aiuto di Sachs il testo di una canzone. Successivamente giunge Beckmesser che si appropria del brano di Walther per intonarlo alla gara del giorno seguente. L’esecuzione di un brano non proprio, risulta in un’interpretazione impacciata che stimola l’ilarità e lo scherno del pubblico. A questo punto, Sachs rivela il vero autore del brano e lo invita ad eseguirlo. La composizione questa volta conquista il pubblico e il favore dei maestri, e con esso il titolo e la mano di Eva.
Lo spettacolo si conclude con un tributo alla santa arte tedesca superiore a tutto:
…quando il Sacro Romano Impero se ne andrà in fumo, ci resterà la divina arte tedesca…
Molte le tematiche toccate da questa Opera. Si ritrova ovviamente l’amore, l’incanto della sua rivelazione e la purezza del sentimento: quello tra Walther e Eva, ma anche quello di Sachs che mette da parte la propria felicità per quella dei due giovani, seppur infatuato della giovane decide di non partecipare egli stesso alla gara ed anzi aiutare Walther nel sogno d’amore.
Vi è poi la società borghese che trova forza nella creazione di schemi rigidi cui si aggrappa e usa come scudo per il mantenimento dello status sociale. Teme e rifugge il confronto e il dialogo con personaggi che incarnano uno spirito definito sovversivo delle regole (Walther) o isola chi ha una visione più aperta e democratica (Sachs).
Con Wagner non può mancare l’accenno al nazionalismo e al ruolo fondamentale dell’arte disseminato in tutta l’opera, e reso decisamente in maniera pomposa nel finale.
Un’occasione rara che è un peccato lasciarsi scappare per assistere ad un’opera poco rappresentata, con una trama semplice che non di meno racchiude in se una complessità d temi.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.