Si conclude dopo 8 giorni e 60 proiezioni la quattordicesima edizione del Cinema Italiano Festival visto da Milano. Numerosi ospiti e tre sezioni di film distribuiti su tre sale differenti: la cineteca spazio Oberdan, il museo interattivo del cinema (MIC) e l’area Metropolis di Paderno Dugnano.

Per la sezione Rivelazioni sono state selezionate cinque opere prime, visionate e giudicate durante tutto il festival dalla giuria popolare presente in sala. Opere coraggiose e opere convenzionali; quest’anno l’offerta del festival è stata ampia. In gara:

  • All’improvviso Komir di Rocco Ricciardulli;
  • Il ragazzo di vetro di Federico Cruciani;
  • Bangland , il film d’animazione di Lorenzo Berghella;
  • Asino vola di Marcello Fonte;
  • Fantasticherie di un passeggiatore solitario , scritto e diretto da Paolo Gaudio.

Nella sezione Lungometraggi e documentari sono state inserite le più interessanti opere italiane del 2015, da “Per amor vostro” di Gaudino a “In fondo al bosco” di Ludovichi, da “Io e lei” di Mariasole Tognazzi a “Prima che la vita cambi noi” di Pesoli. Compresa anche l’ultima grande pellicola di Sorrentino: Youth , la giovinezza.

 Per la categoria Omaggi di quest’anno sono stati chiamati in causa Laura Morante, presente in sala per presentare il suo ultimo film Assolo, preceduto dalle proiezioni di “Ciliegine” e “Nessuno mi pettina bene come il vento” e il grande Ettore Scola, evocato attraverso le sue pellicole più affascinanti come “Brutti sporchi e cattivi”, “La terrazza” e “Ballando Ballando”, oltre al film documentaristico “Ridendo e scherzando – Ritratto di un regista all’italiana” girato dalle figlie Silvia e Paola Scola, sulla vita del grande regista italiano. 

Due giornate speciali inoltre hanno riportato alla luce Gianfranco Brebbia, il ”Filmmaker che cadde sulla terra” con le proiezioni di 5 dei suoi film girati in 8mm, e un documentario AEM sulla forza dell’acqua e le ricostruzioni idroelettriche del secondo dopoguerra.

Tra gli ospiti più importanti Marco D’amore,reduce del successo della serie Gomorra, Isabella Ragonese, Vinicio Capossela, Sofia Scola e Laura Morante.

I nostri preferiti:

Per quanto riguarda la sezione Rivelazioni, abbiamo apprezzato Bangland, film d’animazione ambientato in una distopica America razzista e guerrafondaia governata da Steven Spielberg. Film dai toni forti e provocanti che certamente ha diviso la sala per l’anarchia sfacciata che sventola sotto i nasi. Un cinema schietto che vogliamo continuare a vedere nelle nostre sale.

Ha fatto la sua figura anche Asino vola, ambientato in una calda provincia calabrese. Storia senza troppe pretese, girata con una buona tecnica, originale nell’inserire vignette disegnate a sostituzione dei sottotitoli per il dialetto. Maurizio vuole suonare nella banda del paese. Si confida con il suo amico Mosè, asino parlante che consiglia e sprona Maurizio verso i suoi sogni. Dall’altra parte c’è la dispettosa gallina N’Giulina che non perde mai occasione per dire la sua, la mamma di Maurizio che non crede nei sogni di suo figlio e la ricerca disperata di uno strumento da poter suonare, poiché la sua famiglia una nuovo non può permetterselo. Una calda commedia meridionale che brilla per un particolare: la semplicità.

E forse con questo requisito Asino vola ha strappato la vittoria per la sezione Rivelazioni, vittoria preannunciata già durante i titoli di coda del film.

Per la sezione lungometraggi e documentari siamo stati felici di scoprire il viaggio di Vinicio Capossela “Nel paese dei coppoloni”, film documentaristico girato in Irpinia. Tratto dall’omonimo romanzo del cantautore italiano, Capossela ci conduce in una terra ricca di memoria, piena di ricordi ma dimenticata perchè sono andati tutti via. Tra canti, balli e racconti, attraverso le voci di chi è rimasto, Vinicio Capossela racconta una fiaba che diventa realtà, così come la realtà, nel paese dei coppoloni, sa essere fiaba. Tornati spiritualmente in sala non ci resta che rispondere alle antiche domande paesane: ”Chi siete? A chi appartenete? Cosa andate cercando?” Nel tentare di trovare le risposte non possiamo far altro che riflettere e apprezzare il sodalizio tra il regista Stefano Obino e Capossela.

Tanto materiale, tanti ospiti, tanto cinema. Quella di Milano è una manifestazione che serve al cinema italiano come promozione culturale oltre ad essere un buon trampolino di lancio per chi spesso, pur meritando, è tenuto sempre al buio dalle distribuzioni italiane.