Allegro, Audace, Spumeggiante e piacevolmente Sorprendente! Al Teatro Elfo Puccini di Milano dal 17 novembre al 10 dicembre.
Uno spettacolo di satira leggera come un tramezzino al cetriolo.
135 minuti che sono sembrati 135 secondi. Si perché, l’interpretazione è stata così riuscita che il pubblico catturato dalle battute, ha avuto il tempo solo di ridere e non certo di contare i minuti che letteralmente volavano via.
Lo spettacolo è iniziato con l’entrata in scena di Algernon, e speriamo che gli stilisti di tutto il mondo ne copino l’abito, che allegria sarebbe se dal prossimo anno venisse proposta una collezione di abiti sullo stesso stile e gli stessi colori di quelli indossati da Algernon e John/Ernest. La collezione si potrebbe chiamare ColorPop!
E chi di noi non vorrebbe avere lo stesso maggiordomo di Cecily Cardew?
Manca un cantautore che metta insieme note e testi coniando una canzone dal titolo “Burbury”. Creando un nuovo tormentone invernale, sarebbe perfetto perché l’inverno solitamente non è che pullula di tormentoni, non credete che ne sia arrivato il momento?
E a primavera potremmo potare le siepi come il cespuglio di rose della scenografia in perfetto stile rock.
Che dire due muffin e una tazza di te l’avrei gustati anch’io però eran solo tre e mica potevan privilegiare solo me!
Vorrei rimanere ancora dentro, accucciata sulla poltrona, vedere il sipario riaprirsi e la commedia ricominciare. Mi toccherà ritornare un’altra sera.
Esco dal Teatro, cercando di capire che sapore potrebbero avere quei tramezzini al cetriolo che Algernon ha divorato nei primi tre minuti dello spettacolo e intanto consulto l’agenda cercando un’altra data per poter venire a rivedere lo spettacolo.
Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.