Lo spettacolo si svolge dopo la morte dell’re di Tebe, Laio, dove Edipo, sposando la moglie di Laio, diventa il nuovo sovrano.

Il giovane re indaga sulla morte del suo predecessore, morto in un incrocio di tre strade per mano di briganti, scoprendo che Laio era suo padre e lo aveva ucciso lui stesso, facendo avverare le profezie fatte dall’indovino Tisia.

Dopo la scoperta Giocastra, moglie e madre, si toglierà la vita ed Edipo per la disperazione si caverà gli occhi diventando cieco.

Tutta la narrazione si svolge su tre passerelle che formano un incrocio, simboleggiano il luogo dove il re è morto e dove il re porta avanti le sue indagini fino alla scoperta della terribile verità.

Questa reinterpretazione non è un racconto di natura politica o epica, ma è la storia di un uomo che va incontro alla rovina con le sue stesse mani, perché ricerca la verità in maniera ossessiva, una rivelazione che sarebbe dovuta rimanere nascosta.

Gianluca Guidotti con un interpretazione da brividi, mostra allo spettatore tutto il tormento interiore di un uomo, che può solo intuire la verità, la sua performance è sostenuta da Enrica Sangiovanni, la quale con estrema naturalezza passa da un ruolo all’altro, dall’oracolo alla moglie e madre Giocastra.

Con un utilizzo degli spazi ridotti al minimo, ma pensati attentamente, sono riusciti a creare uno spazio dove lo spettatore può dare libero sfogo alla sua immaginazione.

Questa tragedia antica è stata resa moderna grazie alla bravura degli attori e allo studiato uso della scenografia, dando al pubblico la sensazione di pare parte dello stesso spettacolo.