Al Teatro Franco Parenti di Milano, fino al 19 ottobre va in scena Lear. La storia.

La scena si apre con le tre figlie, Regan, Goneril e Cordelia che si prendono cura del vecchio e stanco Lear (interpretato da Mariano Rigillo).

Lear decide, ormai stanco e in età avanzata, di cedere il suo regno alle le tre figlie, ma prima le sottopone ad un test; chiede loro di dimostrarli il loro amore, e a chi dimostrerà di amarlo di più darà le terre migliori.

Regan e Goneril proclamano il loro immenso affetto per il padre, mentre Cordelia, la favorita di Lear non cede al ricatto e non si proclama in false lusinghe.

L’ira di Lear è incontenibile, non accetta la sincerità di Cordelia e la esilia dal regno. Nemmeno le proteste di Kant varranno a nulla anzi caccia dal regno anche lui. Alla bella Cordelia non resta che accettare l’amore del Re di Francia e partire con lui.

Lear si ritrova a vivere con Regan che impone al padre di dimezzare il numero dei suoi fedeli, passare da 100 a 50. Lear da in escandescenze inizia a capire che ormai il suo potere non esiste più che le figlie non sono fedeli al mandato che hanno ricevuto e a cui avevano promesso ubbidienza.

Assistiamo alla cospirazione di Edmund, figlio illegittimo di Gloucester, che trama contro il fratello Edgar, per impossessarsi dell’intero patrimonio. Architetta trame per far innamorare Regan e Goneril di lui, facendo credere ad entrambe che le ama al solo scopo di vedersi affidare i loro eserciti. Le metterà l’una contro altra.

Entra in scena il matto l’unico savio che sia rimasto.

Intano Lear vaga, allo sbando, per il regno. Gloucester cercherà di aiutarlo per raggiungere un posto sicuro mentre attende che Cordelia mandi il suo esercito. Gloucester pagherà con la perdita della vista la sua lealtà nei confronti di Lear.

L’ego di Lear è così smisurato che arriverà ad indossare una corona di spine e crederà ancora di poter comandare il mondo in quanto Re.

Se non si utilizza bene il proprio potere, se l’ego e l’avidità domineranno sulla saggezza, non ci potrà essere salvezza, la tragedia immane alla fine tutto ciò porterà.

Scenografia, allestimento, luci, suoni e costumi ed interpretazione degli attori top.

Lo spettacolo è stato allestito con una gran bella scenografia. I suoni e le luci hanno saputo dar tono alle scene in modo sublime. L’interpretazione degli attori ha rasentato la perfezione mentre i costumi hanno caratterizzato in pieno l’ambientazione storica.

Non si riesce a trovare una nota stonata o un difetto allo spettacolo.